Pure la Corte dei Conti boccia i privilegi dei signori dei caselli. Avanti con le nuove concessioni autostradali. Ne va dell’interesse generale

Non è un capriccio di Luigi Di Maio. E non è neppure un pallino del Movimento 5 Stelle. Persino la Corte dei Conti sostiene da tempo che in Italia debbano essere riviste e subito le concessioni autostradali. Gli affari facili a tutto vantaggio dei Benetton e degli altri signori del casello sono intollerabili. I giudici contabili ieri, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Roma e alla presenza dello stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, hanno così chiesto nuovamente al Governo di intervenire in fretta per porre rimedio a quella che è ormai una gravissima stortura.

L’APPELLO. La Corte dei Conti ha sottolineato che la gestione, la manutenzione e l’implementazione del sistema autostradale incidono “sul concreto esercizio del diritto di circolazione e di soggiorno nel territorio” e si riflettono “sullo sviluppo economico del Paese”. Per i magistrati contabili vanno dunque accelerate le procedure per l’affidamento delle nuove concessioni autostradali e tali procedure devono essere svolte prima della scadenza delle vecchie convenzioni, “per la tutela dell’interesse generale e per scongiurare la stasi degli investimenti”. Il rischio da evitare, per la Corte dei Conti è poi quello di “ulteriori proroghe alle convenzioni vigenti”. Soprattutto considerando che, in caso di “mancato tempestivo riaffidamento della concessione”, si ha una “proroga di fatto”, escludendo ogni nuova rinegoziazione.

E nell’ottica di una negoziazione tra pubblica amministrazione e concessionari che tuteli l’interesse pubblico entreranno in gioco le capacità professionali dell’Amministrazione. A questo proposito, secondo i giudici, serve “un’amministrazione con forti competenze e qualificazioni tecnico-professionali per negoziare con le controparti private e pervenire a una regolazione dei rapporti che tuteli appunto efficacemente l’interesse pubblico”. E in quest’ottica va interpretato il richiamo del presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema (nella foto), all’urgenza di aprire le pubbliche amministrazioni alle “nuove generazioni”.

LE PROSPETTIVE. “Una fase di complessivo rinnovamento non è più rinviabile”, ha detto rivolgendosi al presidente Mattarella. Far entrare i giovani nei ruoli della pubblica amministrazione è considerato urgente “non solo per aumentare l’età media, ormai ben oltre i 50 anni, dei pubblici dipendenti, non solo per i vuoti nei ruoli di tanti organi essenziali, ma perché è ciò che occorre al Paese” ha concluso. Per la Corte dei Conti, infine, anche il 2020 resterà lontano dai ritmi di sviluppo pre-crisi e per far ripartire l’Italia sarà necessario rimuovere gli ostacoli agli investimenti. “C’è la necessità di monitorare e valutare con grande attenzione l’evoluzione del quadro di finanza pubblica, al fine di prevenire il rischio di deviazioni dal percorso di risanamento di bilancio”, ha precisato Buscema. Puntando su investimenti pubblici e politiche di bilancio con “alto grado di selettività”.