Putin se ne frega di tutto e tutti. Il Donbass è un cumulo di macerie fumanti e non molla neppure sul blocco dell’export del grano

Il Donbass resta l'obiettivo principale. Ma il Cremlino insiste anche con la guerra del grano che rischia di causare una carestia mondiale

Putin se ne frega di tutto e tutti. Il Donbass è un cumulo di macerie fumanti e non molla neppure sul blocco dell’export del grano

Dopo 108 giorni di conflitto in Ucraina, la situazione nel Donbass è sempre più critica e la tregua appare una chimera.  “Combattimenti molto feroci continuano nel Donbass. La Russia vuole distruggere ogni città, ma l’esercito ucraino sta facendo di tutto per fermare le azioni aggressive degli occupanti”.

È questo il grido d’allarme lanciato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che riassume la situazione al fronte. Una strenua difesa che continuerà “fin quando ci saranno armi pesanti e artiglieria moderna”. Ossia “ciò che abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere ai nostri partner” ha spiegato il presidente.

Donbass raso al suolo

Che la situazione nel sud del Paese sia disastrosa lo fa capire anche Oleg Synegubov, governatore della regione di Kharkiv, con un post su Telegram. “Nelle ultime 24 ore i russi hanno continuato ad attaccare, danneggiando a Kharkiv un edificio industriale. Nel villaggio Korobochkine, da sotto le macerie, sono stati trovati 4 cadaveri e un ferito. Altre cinque persone sono state soccorse da altri villaggi”.

Combattimenti furiosi in cui è stato catturato un cittadino sudcoreano da parte delle forze filo-russe del Donbass. Il volontario combatteva tra le file dell’esercito di Kiev e sarà processato nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Capi d’accusa pesanti per i quali rischia la condanna a morte, la stessa già inflitta a due cittadini britannici e a uno marocchino catturati giorni fa.

Dopo il Donbass, trema pure Odessa

Preoccupa anche la situazione a Odessa dove “una mina nemica è stata trovata a venti metri dalla riva”. “L’ordigno, strappato dall’ancora, è esploso in mare, probabilmente dopo una collisione” ha fatto sapere il portavoce dell’amministrazione militare di Odessa, Sergey Bratchuk. Lo stesso ha spiegato che “quest’anno è pericoloso fare il bagno nel Mar Nero” e ha esortato i cittadini a essere prudenti. Proprio per questo l’accesso alle spiagge è stato concesso ai soli militari o a personale che svolge compiti speciali.

Sul grano è in corso una guerra: la carestia è a un passo

Ma a preoccupare è l’intera area del Mare Nero in quanto vitale per il commercio del grano. Con la guerra in corso, il trasporto del prodotto agricolo è quasi del tutto paralizzato e fino ad ora i tentativi per sbloccare la situazione non hanno avuto esito.

Ad aggravare la situazione anche la scoperta secondo cui 300mila tonnellate di grano, immagazzinate nel porto ucraino di Mykolaiv, potrebbero essere state distrutte dagli ultimi bombardamenti russi. Una notizia preoccupante e che arriva a poca distanza dalle dichiarazioni di Zelensky che ha spiegato che a causa del blocco all’export ucraino il mondo rischia una “grave crisi alimentare e una carestia”.

Timori giustificati e ribaditi anche dal Andrii Yermak, capo dell’Ufficio del presidente dell’Ucraina. “I russi attaccano i campi ucraini di grano con le bombe incendiarie. Così, oltre a creare la crisi alimentare nel mondo, vogliono anche distruggere il raccolto ucraino. l terrorismo alimentare deve essere fermato” ha spiegato Yerkmak.