Dopo oltre tre anni di guerra in Ucraina e malgrado le speranze del presidente americano Donald Trump in una rapida conclusione dello scontro militare, il conflitto avviato dalla Russia di Vladimir Putin sembra avvicinarsi pericolosamente a un’escalation incontrollata. A rilanciare i timori di una guerra allargata ai Paesi Ue e alla Nato è stato lo sconfinamento di una decina di droni russi nei cieli della Polonia, avvenuto nella notte di mercoledì.
Un raid che ha fatto scattare le misure di difesa del Patto Atlantico, con l’abbattimento dei velivoli senza pilota, uno dei quali però ha colpito un’abitazione, fortunatamente senza causare feriti. Per il premier polacco Donald Tusk “ci pone tutti più vicini a un conflitto aperto: abbiamo una guerra su vasta scala al confine ucraino-russo, ma abbiamo già qualcosa che oltrepassa il limite delle normali provocazioni qui, nel nostro cielo”.
Per questo il leader di Varsavia ha immediatamente “informato il segretario generale della Nato, Mark Rutte, sulla situazione attuale e sulle azioni intraprese contro gli obiettivi che hanno violato il nostro spazio aereo”, annunciando di aver chiesto – e ottenuto – l’attivazione dell’articolo 4 del Patto Atlantico, che prevede un meccanismo di consultazione tra le parti del Trattato in caso di minaccia all’integrità territoriale, all’indipendenza politica o alla sicurezza di una delle parti.
La sfida di Putin e il vertice della Nato
Una richiesta che ha subito dato i suoi frutti, visto che ieri si è tenuto l’annunciato summit della Nato, concluso con le dichiarazioni ufficiali di Rutte. “Il Consiglio del Nord Atlantico si è riunito, come ogni mercoledì, e ha discusso la situazione alla luce della richiesta di consultazioni della Polonia ai sensi dell’articolo 4 del Trattato di Washington. Gli alleati hanno espresso solidarietà con la Polonia e denunciato il comportamento sconsiderato della Russia”, ha spiegato il leader del Patto Atlantico.
Lo stesso, con parole molto dure, ha poi lanciato un monito alla Russia: “A Putin, il mio messaggio è chiaro: fermate la guerra in Ucraina, smettete di intensificarla, che ora sta fondamentalmente montando contro civili innocenti e infrastrutture civili. E soprattutto, smettete di violare il nostro spazio aereo: sappiate che siamo vigili e difenderemo ogni centimetro del territorio della Nato”. “È in corso un’analisi per fare piena luce sull’accaduto, ma quel che è chiaro è che questa violazione non è un incidente isolato”, ha concluso il segretario generale della Nato.
Botta e risposta
Davanti a questo sconfinamento russo, che per le autorità di Varsavia e per Volodymyr Zelensky è stato “intenzionale” e volto “a saggiare la reazione occidentale”, l’Ue si è dimostrata compatta nell’esprimere una forte condanna per quella che viene definita una “scriteriata provocazione”. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, parlando davanti alla Plenaria dell’Eurocamera, ha spiegato che “l’Ue è al fianco della Polonia” e che è necessario più che mai rafforzare la difesa aerea sul fianco est dell’Europa.
Altrettanto dura la posizione espressa dall’Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, secondo cui “abbiamo assistito alla più grave violazione dello spazio aereo europeo da parte della Russia dall’inizio della guerra, e tutto lascia supporre che si sia trattato di un atto intenzionale, non accidentale. (…) Dobbiamo aumentare i costi per Mosca, rafforzare il sostegno all’Ucraina e investire nella difesa dell’Europa”.
Accuse dall’Occidente, malgrado l’insolito silenzio di Trump che, secondo i media statunitensi, sarebbe “furioso con Putin”, sulle quali la Russia ha preferito glissare. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, si è limitato a dire che “i vertici dell’Ue e della Nato accusano quotidianamente la Russia di provocazioni, il più delle volte senza nemmeno provare a presentare argomentazioni”, salvo poi aggiungere – in modo provocatorio – che le richieste di spiegazioni devono essere inoltrate “al ministero della Difesa russo”.