VInci Casa, ecco l’ultima illusione. Alla faccia della ludopatia

Di Antonello Di Lella

C’è chi la casa se l’è giocata davvero. Ora, invece, c’è chi una casa la mette in palio come premio. Stiamo parlando della nuova lotteria della Sisal partita mercoledì scorso e denominata “Vinci Casa”. Ecco l’ultima trovata stravagante proveniente dal panorama giochi. Perché al di là degli annunci dei nostri governanti, a chiacchiere pronti a mettere un freno, nel mondo del gambling se ne inventano sempre una nuova. Allora cosa c’è di meglio che mettere come primo premio un’abitazione di proprietà? D’aldronde è il sogno di una vita per molti italiani. E con le banche restie a concedere i mutui, qualcuno potrebbe preferire tentare la sorte. Anche se con l’alto rischio dell’ennesima illusione. Sul sito dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli il nuovo gioco è possibile trovarlo nella sezione “Win for Life”. Una vittoria per la vita quindi, quella della casa, come anche i già noti “Win for Life Classico” e il “Win for Life Grattacieli”. Giochi che, in caso di vincite massime, prevedono di poter usufruire di un vero e proprio vitalizio. Rendite per vent’anni a 3 o 4 mila euro al mese. Perché in fondo sognare non costa nulla. Ma giocare sì.

Costi alti e probabilità basse
Torniamo all’ultima trovata del “Vinci Casa”. Basta, si fa per dire, indovinare cinque numeri su quaranta per far diventare realtà la casa dei sogni. Primo premio 500mila euro da investire nel mattone. Tentare la fortuna, però, non costa mica poco: cinque euro la giocata minima. I più accaniti potranno investire fino a 200 euro per un totale di 40 combinazioni casuali. E alla fine delle puntate una persona ogni 658.008 si potrà dedicare alla suddivisione degli spazi e agli arredi della casa agognata. Il vincitore potrà decidere di acquistare anche più beni immobili entro i confini dello Stato italiano. Un acquisto da perfezionare entro i due anni dalla pubblicazione sul bollettino ufficiale della vincita. Con un 20% corrisposto in denaro e il resto da destinare all’acquisto di immobili. Il nuovo gioco della Sisal restituisce in premi il 65% dell’importo raccolto. Per carità, le probabilità di vincita sono anche maggiori rispetto a quelle di giochi come il Gratta & Vinci o il Superenalotto, tanto per fare un paio di esempi, ma in tempi di crisi e con un dibattito aperto sulla ludopatia qualche perplessità permane.

Vincite dimezzate
Non c’è solo il cinque. Nell’estrazione settimanale, fissata nella serata del mercoledì, si vince anche indovinando due, tre o quattro numeri. Se si totalizza il punteggio di quattro si vincono 2mila euro (la probabilità è di 1 su 3.760), con tre numeri indovinati si incassano 50 euro (probabilità di 1 su 111), con soli due numeri si vincono 10 euro. “VinciCasa” è classificato tra i giochi numerici a totalizzatore, ciò vuol dire che quando ci sono più vincitori il montepremi viene diviso per il numero totale dei vincitori. Se il premio risultante per ciascun vincitore a totalizzatore è inferiore ai 500mila euro, il premio viene assicurato dal Fondo dedicato a garantire la copertura del 1° premio. Si tratta di un Fondo che incassa il 19% del montepremi. Ma qualora il Fondo per le vincite non fosse in grado di integrare la quota fino al raggiungimento di 500mila euro, si procederebe alla suddivisione del montepremi (e l’ammontare nel fondo): se il premio risulta inferiore ai 100mila euro sparisce anche il vincolo di destinazione alla casa e viene erogato in denaro.

L’indignazione
“Si tratta di un’operazione alquanto discutibile. È eticamente sbagliato far vincere una casa con il gioco d’azzardo”, sostiene l’Adoc (l’associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori). “La nuova lotteria della Sisal fa leva proprio sul bisogno di sicurezza dei cittadini, in lotta per ottenere prestiti e mutui”, afferma Lamberto Santini, presidente Adoc, “crediamo sia sbagliato abbinare l’azzardo ad un bisogno reale dei cittadini, vista l’emergenza abitativa in corso”. E nel mirino, nemmeno tanto velatamente finisce l’azione dei governi del Belpaese perché Santini rilancia sulle politiche di housing sociale: “In Paesi come Francia, Inghilterra e Olanda il 17-18% della abitazioni sono in housing sociale, con costi contenuti per sostenere il diritto di alloggio. In Italia questa soluzione è prevista solo nel 5% dei casi”.

IL MONDO DEL GRATTA E VINCI, DOVE VINCERE E’ SOLO UN’UTOPIA

Di Alessandro Righi

Probabilità di vincita alla mano, i Gratta e Vinci sono soltanto una grande illusione. Perché i tagliandi che permettono di portare a casa il massimo del malloppo sono davvero pochi. Percentuali talmente basse, ben al di sotto dell’1%. Quelle di ripagarsi almeno il costo della giocata oscillano tra il 18 e il 35%. Eppure chi li compra obietterà: “Ma cosa c’è di male nel tentare la sorte?”. Chissà se però chi decide di grattare il tagliando “magico” è a conoscenza dei reali dati di vincita. Sia chiaro, basta andare sul sito dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli per fare due conti e capire quali sono le reali possibilità, ma su due piedi i giocatori, senza contare quelli più accaniti, non hanno certamente gli strumenti necessari per fare un calcolo razionale prima di acquistare il tagliando. Un panorama dei più variegati quello dei Gratta e Vinci con cinquanta lotterie istantanee attive (quando La Notizia realizzò l’inchiesta, il 26 ottobre 2013, ne erano 46). Ma ci sono inoltre pure le lotterie istantanee telematiche, altre 12. Un gioco che funziona.

Pochissime le chance
Ma quanti sono i tagliandi fortunati? Si legge testualmente sul sito dei Monopoli: “probabilità media di vincita delle lotterie nazionali ad estrazione istantanea, cosiddette “Gratta e Vinci”: 1 su 3,53. Per un valore complessivo medio della restituzione in vincite che può raggiungere il 75% dell’incasso”. Tutto incontestabile. Ma di quali premi stiamo parlando? Soprattutto quelli dalla dimensioni economiche più piccole. La Notizia, qualche mese fa con decreti alla mano, ha calcolato le percentuali di vincita delle più ricche lotterie istantanee. E in relazione al “Mega Miliardario” rivelò che il primo premio era contenuto in 30 biglietti su oltre 50 milioni di tagliandi: con una probabilità di portare a casa il tesoretto dello 0,00006%. Quello da 10 euro, cioè quello che permette di recuperare l’importo scommesso, invece, aveva una probabilità del 35,5%. E probabilità molto simili sono state calcolate anche per altre lotterie istantanee. Detto questo, con percentuali così basse, che fanno la felicità delle società che gestiscono la torta e lo Stato che incassa, le speranze dello scommettitore sono davvero ridotte al lumicino. Forse anche meno. Se tutto ciò fosse spiegato chiaramente siamo davvero sicuri che si continuerebbe a puntare denaro per tentare la sorte? Anche l’ultimo nato “Cruciverba” conferma sostanzialmente le probailità di vincita, infatti, sul sito Aams c’è scritto che i premi più alti hanno un rapporto di 1 ogni 6 milioni di tagliandi.

Le procedure
Per dare il via a nuovi tagliandi Gratta e Vinci viene fatto un Decreto di indizione del nuovo gioco che, con un apposito contratto, viene accettato dai Monopoli di Stato. In questo contratto c’è scritto chiaramente quanto è il monte premi finale, come viene suddiviso (in quanti diversi premi), quanti biglietti vengono stampati. Ovviamente al momento della stampa tutto viene randomizzato, cioè fatto in maniera casuale, segreta e scollegata, in modo da non sapere dove fisicamente finirà il biglietto milionario, né in termini di blocchetti né in termini di regione. C’è una verifica di congruità del lavoro svolto fatta da terzi per registrare la correttezza dei vari passaggi. Fin qui tutto ok. Se però il destino si divertisse a far trovare nel primo mese di gioco tutti i premi più alti, la stampa dei biglietti non si esaurirebbe. La regola vuole infatti che il gioco duri fino a quando non si assegnano tutti i premi messi in palio (con uno scostamento nell’ordine dell’1/2%), compresi i premi che sono un mero risarcimento del costo del biglietto.

STAVOLTA IL BANCO PERDE, SISAL MANCA LA BORSA

Di Carola Olmi

Non sono tempi di veleggiare per mercati. L’ha capito per prima Fincantieri, il colosso della cantieristica nazionale che nonostante tutto è riuscita però ad approdare a Piazza Affari, compensando con gli investitori retail il deserto dei grandi fondi d’investimento e degli istituzionali. Aveva fatto sperare in qualcosa di meglio il buon esito dell’Ipo (il collocamento) di Fineco Bank, che però aveva dietro la capogruppo Unicredit e relazioni naturali con la grande finanza internazionale. Nulla a che vedere, però con i mesi di vacche grasse che abbiamo ormai alle spalle, quando Moncler esplodeva di offerte.

Brutti segnali
Così a farne le spese era stata giovedì la quotazione di Rottapharm, importante società del settore farmaceutico della famiglia Rovati, bloccata a un passo dall’apertura delle contrattazioni. Pochi però avevano messo in conto che potesse saltare una delle Ipo più attese dell’anno a Piazza Affari: quella di Sisal. La società che in Italia è sinonimo di gioco, aveva preparato da tempo lo sbarco in Borsa. Anche presentando un suo nuovo gioco. Questa volta però la scommessa è andata male e anche chi è abituato a fare il banco – e dunque a vincere sempre – ha dovuto fare i conti con la realtà.

Doccia fredda
Sisal Group e Gaming Invest, d’intesa con Deutsche Bank, London Branch e Ubs, in qualità di coordinatori dell’Offerta Globale di vendita e sottoscrizione, ieri sera hanno invece annunciato il ritiro integrale dell’offerta globale “in assenza delle condizioni per concludere in maniera soddisfacente la quotazione in Borsa di Sisal Group a seguito della sfavorevole situazione del mercato mobiliare domestico e internazionale”. Tanto lavoro per nulla e soprattutto tutto rinviato a chissà quando.
Sempre ieri Sisal ha confermato che perseguirà i propri obiettivi di crescita, che prevedono la continuazione dell’azione di consolidamento all’interno della catena del valore del mercato dei giochi e il rafforzamento della propria posizione nel mercato dei pagamenti e servizi. Come dire: Borsa o no, il gioco continua.