Quanti affari tra politici e lobby del gioco

Non è stato solo Amedeo Laboccetta a essere impegnato in politica e allo stesso tempo a fare affari con le grandi aziende del gioco d’azzardo. L’elenco è ben nutrito e a sbandierarlo sono stati in Senato 38 onorevoli del Movimento 5 Stelle, con un’interrogazione presentata al premier Enrico Letta e al ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni. Giovanni Endrizzi e altri 37 senatori pentastellati hanno sollevato il caso, partendo dai rapporti economici tra politici e industria del gioco denunciati dal presidente di Conagga, il Coordinamento nazionale dei gruppi che si occupano dei giocatori d’azzardo, per chiedere al Governo di intervenire eliminando eventuali conflitti di interesse, ripristinando una vera trasparenza sui finanziamenti alla politica da parte dei signori del gioco e cancellando i vantaggi concessi all’industria della scommessa. I pentastellati hanno sostenuto che nel business del gioco d’azzardo sono coinvolti l’ex ministro Augusto Fantozzi, diventato presidente della Sisal, Vincenzo Scotti, presidente di Ascob, che insieme a Luciano Consoli, uomo di fiducia di D’Alema, fondò Formula Bingo, l’ex presidente della Regione Friuli, Edouard Ballaman, coinvolto in una contestata assegnazione di una sala Bingo, Pellegrino Mastella, figlio dell’ex ministro Clemente, in società con la Betting 2000 dei fratelli Grasso attraverso la Sgai, Jacopo Dell’Utri, figlio di Marcello, che con la Finanziaria Cinema gestirebbe a Milano sale da gioco in società con la Jackpot Game, Marina Berlusconi, che con la Mondadori acquisì il controllo di Glaming, impegnata nell’azzardo on line, pochi giorni prima che il Governo del padre Silvio liberalizzasse il gioco d’azzardo su internet. I grillini, infine, hanno parlato di finanziamenti che, direttamente o indirettamente, avrebbero ottenuto dai signori dell’azzardo la Mediaset di Berlusconi, con investimenti pubblicitari di Lottomatica e Sisal, la rivista diretta dal ministro dei beni culturali Massimo Bray, con finanziamenti da parte di Lottomatica, la Fondazione Vedrò, di cui fanni parte Bray e altri ministri, lo steso premier Enrico Letta, Gianni Alemanno, la Margherita, l’Udc, i Ds e il  Movimento di Lombardo.