Senza censura

Quel filo di umanità che unisce Napoli con Gaza

A Napoli si stanno susseguendo ogni giorno iniziative pacifiche e partecipate contro l’assedio criminale dell’esercito israeliano a Gaza.

Quel filo di umanità che unisce Napoli con Gaza

Quando anche lo sport diviene disumano. Prima della partita di calcio Italia-Inghilterra c’è stato un minuto di silenzio per le vittime svedesi e israeliane, ma non per quelle palestinesi. Che la politica e i media stiano diventando sempre più, tranne poche eccezioni, l’espressione pericolosa di un pensiero unico inaccettabile ci siamo abituati, ma che anche lo sport smarrisca il senso dell’umanità è qualcosa di altrettanto indegno.

A Napoli si stanno susseguendo ogni giorno iniziative pacifiche e partecipate contro l’assedio criminale dell’esercito israeliano a Gaza

Del resto anche lo sport è sempre meno agonismo e più potere. E di fronte agli abusi del potere, ad un fascismo imperialista che avanza a livello mondiale e che spinge quasi inesorabilmente verso la terza guerra mondiale, tra la gente esiste e si manifesta una coscienza individuale e collettiva che si ribella alle ingiustizie. A Napoli si stanno susseguendo ogni giorno iniziative pacifiche e partecipate contro l’assedio criminale del governo e dell’esercito israeliano a Gaza che sta portando all’esodo e al genocidio del popolo palestinese: migliaia di morti e feriti, oltre mille bimbi ammazzati, ospedali bombardati, territori senza acqua, luce, cibo e medicinali.

Ogni civile morto ed ogni bambino vittime di barbarie meritano un minuto di silenzio, ma è orribile che di fronte all’azione violenta di Hamas – che non è lo Stato di Palestina – il governo e lo Stato di Israele decidano di distruggere una città di oltre due milioni di abitanti assassinando migliaia di persone.

I napoletani che hanno profondo il senso di giustizia stanno cogliendo la portata di questo crimine contro l’umanità e pur condannando sempre la barbarie della violenza si sono stretti attorno alla comunità palestinese della città, rafforzando gli storici legami tra Napoli e la Palestina, con il gemellaggio con le città di Ramallah e Nablus, con la cittadinanza onoraria che da Sindaco ho conferito dieci anni or sono al Presidente palestinese Abu Mazen e poi con la cittadinanza onoraria a me conferita in Palestina dallo stesso Presidente. E come non ricordare la visita di Papa Francesco nel 2015 a Betlemme dove fui l’unico occidentale invitato.

Napoli negli ultimi anni ha provato a costruire sempre ponti di pace. Compiendo atti di giustizia storici come aver cancellato una strada a Gaetano Azzariti, magistrato e presidente del tribunale della razza durante il fascismo, intestandola a Luciana Pacifici, bimba ebrea di pochi mesi morta durante la deportazione nazista in un lager. Gesti che hanno lasciato il segno, come oggi l’assedio di Gaza lascia segno di tipo completamente opposto.