Quirinale, Patto della Lasagna… indigesta. Di Nicola (M5S): “Il Presidente della Repubblica si elegge in Parlamento, non nei salotti”

Quirinale, Patto della Lasagna... indigesta. Di Nicola (M5S): "Il Presidente della Repubblica si elegge in Parlamento, non nei salotti".

Quirinale, Patto della Lasagna… indigesta. Di Nicola (M5S): “Il Presidente della Repubblica si elegge in Parlamento, non nei salotti”

“Se leggo bene le cronache, tra il tragico e divertito, della mega festa per il compleanno del guru dem Goffredo Bettini in una villetta della Storta, lontana periferia romana, alla presenza di personaggi illustri vecchi e nuovi del potere romano che conta (ma non solo) si sarebbe officiato il ‘Patto della Lasagna’, secondo qualche presente e molti giornalisti, impegnato a ridisegnare gli assetti istituzionali prossimi venturi della Repubblica con Mario Draghi al Quirinale e l’attuale ministro dell’Economia Daniele Franco, sua emanazione, a Palazzo Chigi”. È quanto scrive in un post su Facebook il senatore M5S, Primo Di Nicola.

“Certo – aggiunge l’esponente pentastellato -, tutto va bene per allietare una festa, un po’ strano che le stesse persone, che ogni giorno si stracciano le vesti invitando gli altri a non prestarsi al Toto-Quirinale perché irrispettoso verso l’attuale inquilino del Colle più Alto, se ne escano addirittura con un organigramma completo preoccupandosi anche di darlo in pasto ai giornali”.

“Sorprendente per gente così navigata e di buona memoria – scrive ancora il senatore M5S -, alla quale non andrebbe certo ricordato che accordi del genere non sono mai finiti bene rivelandosi alla fine pure indigesti, su tutti il Patto della Crostata (1997, chez Gianni Letta, con Berlusconi, D’Alema, Marini e Fini per la Bicamerale riforme istituzionali) di cui ancora oggi si sconta l’inglorioso epilogo”.

“Orbene – conclude Di Nicola -, non sarà certo sfuggito ai presenti e certamente al saggio Bettini (a proposito, auguri!) che noi M5s degli assetti istituzionali del Paese preferiamo e vogliamo parlarne, e al più presto, nelle sedi proprie, a cominciare dai gruppi parlamentari. Non fosse altro per quella trasparenza che i cittadini continuano a pretendere e per la quale ci siamo sempre battuti”.