Rai, la destra tenta di mettere il bavaglio a Report

Lupi: "Report, troppo spesso, non fa informazione e servizio pubblico, ma killeraggio politico e giornalistico".

Rai, la destra tenta di mettere il bavaglio a Report

Dopo oltre cinque mesi dalla nascita del Governo, debutta ufficialmente la Vigilanza Rai. Con la prima convocazione di ieri, arrivata dopo un’interminabile attesa e polemiche infinite, è stato eletto l’ufficio di presidenza che, come da programmi, sarà tutto al femminile. Intanto Report torna nel mirino della destra.

Ora tocca a Floridia guidare la Vigilanza Rai con la condannata Montaruli e la renziana Boschi come vice

Infatti la presidenza è andata, come da accordi tra i partiti di maggioranza e opposizione, alla senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Floridia mentre per le vicepresidenze sono state scelte Maria Elena Boschi del Terzo polo e Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia. Peccato che le novità siano tutte qui perché chi sperava in una Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi più attenta alla libertà di stampa e ‘meno politicizzata’, allora rischia di rimanere molto deluso visto che tutto fa pensare che si riprenderà il discorso esattamente da dove lo si era lasciato, ossia dalla feroce guerra nei confronti di Report e del giornalismo d’inchiesta.

Insomma mentre il servizio Rai è in balia delle polemiche, tra cui alcune scaturite dalle scelte discutibili relative al Festival di Sanremo, dal dilagante fenomeno delle interviste sdraiate nei talk show e anche per il mezzo flop di ascolti della striscia quotidiana Cinque minuti di Bruno Vespa, il problema per molti è la trasmissione d’inchiesta di Rai 3 che come sempre fa grandi ascolti ed è tra i migliori interpreti del concetto di ‘servizio pubblico’. E forse è proprio quest’ultimo punto il maggiore problema di Report perché, spesso e volentieri, finisce per mettere la politica nel mirino e quest’ultima, alla prima occasione, prova a vendicarsi.

Lupi: “Report, troppo spesso, non fa informazione e servizio pubblico, ma killeraggio politico e giornalistico”

Che questo sia l’andazzo anche in questa nuova Vigilanza Rai lo si è capito dalle parole del leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. Quest’ultimo, alla vigilia della composizione della Commissione, ha pensato bene di marcare il territorio facendo capire quale sarà l’andazzo: “Report, troppo spesso, nonostante una redazione piena di bravissimi giornalisti d’inchiesta, non fa informazione e servizio pubblico, ma killeraggio politico e giornalistico”.

Parole dure che poi lo stesso precisa ulteriormente con frasi che sembrano uscite dal campionario delle destre: “Utilizzare una vecchia inchiesta, peraltro conclusasi con proscioglimento e archiviazione, per raccontare collusioni inesistenti tra il giornalista Federico Vespa, peraltro mai indagato, ed il mondo dell’estrema destra, ventilando favori e intrecci oscuri, è gravissimo. Se non si fosse trattato del figlio di Bruno Vespa, il servizio andrebbe in onda ugualmente? Il dubbio è più che legittimo”. Per questo all’insediamento della commissione di Vigilanza “chiederò l’immediata convocazione di Sigfrido Ranucci. Il sevizio pubblico non può essere usato per operazioni così vergognose”.

Lupi sembra aver già emesso un verdetto di colpevolezza

Si tratta di un attacco frontale bello e buono perché Lupi con le sue parole sembra aver già emesso un verdetto di colpevolezza visto che reputa i servizi della trasmissione Rai come azioni di “killeraggio politico” e non delle inchieste giornalistiche. Chiaramente il suo è un parere e va rispettato ma si può obiettare che le cose non sembrano essere così come le descrive. A dirlo chiaro e tondo è Usigrai che in un comunicato stampa ha così commentato le parole del leader di Noi moderati: “La Vigilanza Rai riparte da dove aveva lasciato: attaccare Report, Sigfrido Ranucci (nella foto) e il giornalismo di inchiesta”.

Secondo il sindacato del servizio pubblico radiotelevisivo “non si sono ancora insediati ma già Maurizio Lupi, neo commissario, annuncia che chiederà la convocazione di Ranucci per un servizio” della trasmissione. “Abbiamo atteso più di cinque mesi l’insediamento della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza sui servizi Radiotelevisivi, mi auguro che non si trasformi in strumento di censura del giornalismo di inchiesta e dell’informazione della Rai”, è l’amara conclusione del comunicato di Usigrai. Un dubbio condiviso da molti esperti del settore anche perché già la composizione stessa della Vigilanza Rai ha fatto storcere la bocca a molti.

La Montaruli è stata condannata in via definitiva per peculato nel caso della rimborsopoli piemontese

Questo perché la Montaruli è stata fatta accasare nella Vigilanza dopo che un paio di mesi prima era stata costretta a rassegnare le proprie dimissioni da sottosegretaria all’Università a causa della condanna definitiva per peculato nel caso della rimborsopoli piemontese. C’è da chiedersi come mai la meloniana di ferro ha ritenuto necessario fare un passo indietro lasciando il ministero mentre non si è fatta problemi nell’accettare il nuovo incarico che, secondo molti, è una compensazione.

E non va meglio neanche guardando alla Boschi che fa parte del Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, con quest’ultimo che – tanto per usare un eufemismo – non ha grandi simpatie per Ranucci e Report. Proprio il rapporto del senatore toscano con la trasmissione è estremamente delicato, per via degli scontri sul caso Open e per quelli scaturiti sul famigerato servizio sull’incontro tra Renzi e l’ex 007 Marco Mancini all’Autogrill di Fiano Romano, e per questo, forse, si sarebbe potuto puntare su un nome diverso e meno divisivo rispetto a quello della sua fedelissima. Considerazioni che evidentemente non hanno convinto Renzi & Co che hanno tenuto il punto. Insomma alla fine della fiera se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, allora per la Rai e per il servizio radiotelevisivo italiano è già buio pesto.