Rapita da quattro giorni in Brasile

dalla Redazione

E’ terminato dopo quattro lunghissimi giorni l’incubo di una ragazza italiana di 15 anni in Brasile: l’adolescente è stata liberata la notte scorsa dalla polizia, dopo essere rimasta prigioniera di tre malviventi nel seminterrato di una casa a Cabo Frio, località balneare a 150 chilometri da Rio de Janeiro. Il sequestro a scopo di estorsione era avvenuto sabato scorso, nella vicina città di Arraial do Cabo. I criminali all’inizio avevano immobilizzata la giovane nel garage dell’abitazione dove vive insieme al padre, Ettore Castelluzzo, un avvocato di Orbetello (Grosseto) che da sei anni fa l’industriale edile nel litorale carioca. Poi la decisione di rilasciare l’uomo, affinché prendesse i soldi del riscatto.
Castelluzzo ha pero’ immediatamente chiamato le forze dell’ordine: secondo gli inquirenti, la somma richiesta – 720 mila reais, circa 220 mila euro – non è stata mai pagata. Ieri, dopo l’ultimo contatto telefonico dei banditi, una trentina di agenti della Divisione antisequestro della polizia civile (Das) di Rio hanno deciso di intervenire: durante l’irruzione nell’immobile i tre sequestratori hanno reagito e due sono morti. La studentessa di Grosseto – arrivata da 5 mesi
in Brasile, dove gia’ frequenta regolarmente la scuola – e’ stata trovata legata con delle catene. Entrambi i malviventi rimasti uccisi nello scontro a fuoco (Edson de Souza, 60 anni, e Osmar Elias Barbosa, 49) avevano vari precedenti per sequestro di persona. Il terzo complice (Rodrigo Rodrigues da Silva, 29 anni) e’ fuggito. Il commissario capo della Das, Claudio Luiz Gois da Silva, sta intanto conducendo indagini per capire se ex collaboratori di Castelluzzo possano aver fornito informazioni ai sequestratori sulla routine dell’imprenditore italiano.

Dopo essere stata liberata, la ragazza è stata trasportata in elicottero fino a Rio de Janeiro, dove ha potuto riabbracciare il padre. “E’ stato un incontro particolarmente emozionante”, ha commentato all’Ansa il viceconsole italiano a Rio, Giuseppe Romiti. “Siamo rimasti tutti molto colpiti dalla sensibilità e dal livello di preparazione degli agenti”, ha aggiunto. “Per fortuna, i banditi non l’hanno maltrattata fisicamente, ma sono stati molto rudi”, ha spiegato la detective Joana Nunes Joca, secondo cui a Rio sono ancora rari i casi di sequestro di persona.