Reddito di cittadinanza europeo. Solo l’Ue può salvare l’Italia

Beppe Grillo rilancia la proposta di Tridico (ex Inps) sul Reddito di cittadinanza europeo: "Un sostegno comunitario contro ogni tipo di crisi".

Reddito di cittadinanza europeo. Solo l’Ue può salvare l’Italia

L’idea è stata rilanciata da Beppe Grillo, nel tentativo di riaprire il dibattito sul tema. E l’impressione è che l’obiettivo sia quello di spostare sul fronte europeo ciò che è stato, almeno in gran parte, smantellato a livello italiano. Parliamo del Reddito di cittadinanza europeo, che il co-fondatore del Movimento 5 Stelle prova a rilanciare partendo da quanto affermato negli scorsi giorni dall’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Un nuovo sistema di welfare comunitario, che possa aiutare soprattutto ad evitare shock asimmetrici, come ha spiegato negli scorsi giorni lo stesso ex numero uno dell’istituto di previdenza.

Beppe Grillo rilancia la proposta di Tridico (ex Inps) sul Reddito di cittadinanza europeo: “Un sostegno comunitario contro ogni tipo di crisi”

Qualche giorno fa, in occasione di un evento a Bruxelles, Tridico ha spiegato la sua idea: finanziare con il bilancio Ue un Reddito di cittadinanza europeo. I soldi arriverebbero, quindi, da un budget stanziato a livello centrale, ripetendo il modello di Sure, il meccanismo utilizzato per aiutare chi è rimasto senza lavoro durante la pandemia. L’obiettivo dell’ex presidente dell’Inps si allarga, però, andando oltre il Reddito comunitario, che sarebbe necessario a “costituire il germe di quello che sarà il welfare europeo”, un elemento fondamentale per la “stabilizzazione dagli shock asimmetrici individuali”.

Grillo prova a rilanciare il dibattito sul tema chiedendo l’istituzione di un Reddito di cittadinanza europeo proprio per porre “le fondamenta per un welfare europeo, con scelte coraggiose, in cui i valori di uguaglianza, dignità umana e lotta all’esclusione sociale siano le nostre stelle polari”. Per una “vera Europa dei popoli”, afferma il fondatore dei 5 Stelle. Grillo sembra prendere di mira il governo quando parla della povertà come una colpa individuale: “Moltissime menti illuminate del nostro Paese credono che i poveri debbano rispondere dei propri errori, poiché c’è qualcosa di sbagliato in loro”. La povertà, spiega invece il garante pentastellato, è “atroce e non è dovuta a caratteristiche personali, Il povero non è un debole, qualcuno che non ha carattere”. Ma, soprattutto, la povertà “è un problema pubblico e va affrontata con soluzioni pubbliche di redistribuzione della ricchezza”.

L’idea di una direttiva di Bruxelles per rimediare ai danni del sussidio tolto ai poveri arriva dall’ex presidente dell’Inps Tridico

Da qui Grillo torna alle parole di Tridico. In Italia il sostegno sarebbe di circa 800 euro, spiega ancora il garante M5S, con un finanziamento proveniente da una “tassazione europea sulle società capitali, che costerebbe circa 200 milioni di euro da prendere dal bilancio dell’Ue”. Magari attraverso una “corporate tax europea, una tassa sui profitti delle società”, perché “a livello europeo negli ultimi 30 anni questa imposta è diminuita del 45%, in Italia nel 1990 era del 50%, oggi del 24%”. Una proposta del genere servirebbe anche ad attutire gli shock derivanti da ogni tipo di crisi globale, che viene pagata soprattutto dai Paesi con più deficit, costretti ad “aumentarlo per coprire i costi sociali di povertà e disoccupazione”. Servono, secondo l’ex presidente dell’Inps, meccanismi “automatici di stabilizzazione” e proprio a questo servirebbe il Reddito di cittadinanza europeo. I finanziamenti verrebbero raccolti a seconda del peso economico di ogni Paese, distribuendo i fondi “sulla base del bisogno, della povertà, dei tassi di disoccupazione di ogni nazione”.