Referendum sull’eutanasia. La Cartabia blocca le firme digitali. Stoppata la raccolta online delle sottoscrizioni. L’Associazione Coscioni insorge contro la guardasigilli

Bloccata la raccolta online delle sottoscrizioni per il referendum sull'eutanasia. L'Associazione Coscioni insorge contro la guardasigilli.

Referendum sull’eutanasia. La Cartabia blocca le firme digitali. Stoppata la raccolta online delle sottoscrizioni. L’Associazione Coscioni insorge contro la guardasigilli

Sul fronte dell’eutanasia l’associazione Luca Coscioni e la ministra della giustizia Marta Cartabia sono finite ai ferri corti. L’ipotesi delle firme digitali è stata bocciata dalla guardasigilli e l’associazione impegnata sulla libertà di ricerca scientifica e le libertà civili non l’ha mandata giù.

LA BATTAGLIA. L’associazione Coscioni sostiene che è stato concordato un testo tra il gabinetto del ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao e i promotori del referendum sull’eutanasia legale, ma di essere stati informati da fonti parlamentari che l’emendamento al decreto semplificazioni che avrebbe consentito fin da subito la firma digitale per i referendum, tramite lo spid o altre modalità, ha ricevuto parere contrario dal dicastero di via Arenula.

La riformulazione proposta, sempre per l’associazione, stravolge gli obiettivi di quanto sostenuto anche dal ministro Colao relativamente alla transizione digitale della democrazia, negando la possibilità di pieno godimenti dei diritti civili politici che erano stati al centro di un richiamo formale da parte dell’Onu nel caso Staderini-De Lucia VS Italia, obiettivi contenuti in una lettera appello di Marco Gentili, co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, sottoscritta da oltre 2600 cittadini.

“Domani alle 11.30 (oggi per chi legge ndr) consegneremo una lettera alla ministra Cartabia”, ha annunciato ieri Marco Cappato (nella foto), esponente radicale e tesoriere della “Luca Coscioni”, tra i promotori del referendum sull’eutanasia legale. “Se confermata – ha aggiunto – la sua sarebbe una scelta grave che in piena pandemia diventa scellerata. La ministro ha poche ore per rimediare. Quanto al ministro Colao auspichiamo che mantenga gli impegni per consentire anche attraverso modalità digitali l’esercizio dei diritti di iniziativa popolare previsti della Costituzione già da questo luglio”.

Marco Gentilini ha invece specificato che tale soluzione tradirebbe anzitutto ogni proposito di transizione digitale della democrazia. “Proprio nel momento in cui la firma con spid o altre modalità digitali è utilizzata per i più comuni adempimenti burocratici e l’Italia investe miliardi nella digitalizzazione del paese con il Pnrr – ha sostenuto – la democrazia, che tra tutte le attività umane meriterebbe di conservare un primato, resterebbe tagliata fuori da questa storica riforma, costringendo la gran parte dei cittadini ad accedere agli strumenti di partecipazione previsti dalla Costituzione attraverso una legge di 51 anni fa che prevede ancora moduli timbrati, autentiche e certificazioni vessatorie: ostacoli irragionevoli che violano il Patto Internazionale Sui Diritti Civili e Politici e dunque la Costituzione, e che da oltre un anno l’Italia ha l’obbligo di rimuovere ai sensi della decisione del Comitato Diritti Umani dell’Onu, frutto della lunga lotta politico-giudiziaria di Mario Staderini”.

L’INIZIATIVA. Davanti alla posizione della Cartabia, cattolica e considerata vicina a Comunione e Liberazione, l’associazione Coscioni ha intanto iniziato dalla Puglia la raccolta firme sul referendum. “La politica non è riuscita a decidere, la parola ora passa ai cittadini e ci aspettiamo una mobilitazione straordinaria”, ha detto sempre Cappato. L’obiettivo sono 500mila firme da raccogliere in tutta Italia entro il 30 settembre, magari con l’ok alla raccolta digitale. “Chiediamo ai cittadini di partecipare a questa grande battaglia di civiltà – ha concluso Cappato – la gente comune sa già di cosa stiamo parlando meglio dei politici”.

Dall’archivio: Eutanasia, assolti anche in Appello a Genova Cappato e Welby. Erano sotto processo per il caso del suicidio assistito di Davide Trentini.