Referendum farsa sui monopattini. E la destra italiana copia Parigi

A Parigi dal primo settembre non saranno più disponibili monopattini e scooter elettrici a noleggio.

Referendum farsa sui monopattini. E la destra italiana copia Parigi

Il referendum consultivo indetto dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo sul divieto di circolazione dei monopattini e degli scooter elettrici nella capitale francese ha visto l’89% di coloro che hanno votato dire no al loro utilizzo. Ma ad esprimersi, nonostante alle liste si fossero iscritti un milione e trecentomila parigini, sono stati solo centomila elettori, con una bassissima percentuale di giovani.

A Parigi dal primo settembre non saranno più disponibili monopattini e scooter elettrici a noleggio con pesanti ricadute per le tre società che offrivano il servizio

E il mezzo di locomozione green non è stato vietato tout court: il referendum, infatti, riguardava solo l’utilizzo di monopattini e scooter elettrici a noleggio, che dal primo settembre – visto l’esito del referendum – non saranno più disponibili, con pesanti ricadute su fatturato e occupazione delle tre società che offrivano il servizio di sharing, che contano circa 15mila mezzi dislocati a Parigi.

Intanto FdI chiede una consultazione a Milano

Mentre l’opposizione di centrodestra in Francia non ha preso una posizione precisa sul referendum, accusando Hidalgo di avere organizzato una farsa per legittimare una decisione già presa, in Italia, il deputato di Fratelli d’Italia, vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali alla Camera Riccardo De Corato, invita a indire un referendum analogo anche il sindaco di Milano Sala: “A Parigi il 90 per cento ha votato a favore del divieto di noleggio degli scooter e monopattini. Anche la città francese si è accorta che il mezzo, più che snellire il traffico e diminuire lo smog, è spesso causa di disagi e, molte volte, anche di incidenti mortali. A Milano l’unico, ancora, a non essersene accorto è il Sindaco, assieme alla sua Giunta, che continuano imperterriti a trasformare le città in piste ciclabili oscene e pericolose”.

Pecoraro Scanio: il risultato francese è inattendibile

Particolare che sfugge all’ex assessore regionale lombardo alla Sicurezza è che dopo il primo settembre a Parigi potranno continuare a circolare i monopattini privati e, col divieto di quelli a noleggio, i parigini si augurano che aumenti l’uso della bicicletta. “Il problema”, dice a La Notizia l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, oggi docente universitario di turismo sostenibile a Roma, Milano e Napoli, “è la mancata regolamentazione, non certo l’uso del monopattino, che è uno strumento di trasporto sostenibile, ma che, come tutti i mezzi di locomozione, deve seguire determinate regole. A Parigi si sono recati al voto per la maggior parte persone over 60, pochissimi sono stati i giovani e penso che ad esprimersi siano state persone che i monopattini non li usano. Parliamo di una metropoli con una fitta rete di linee della metropolitana che è il mezzo di trasporto più usato. Tornando al referendum, ritengo che il quesito andava posto diversamente, in termini di regolamentazione dell’uso dei monopattini elettrici e non di un sì o un no al noleggio”.

“Faccio un esempio per chiarire meglio”, prosegue Pecoraro Scanio, “i pannelli solari sono una cosa buona, ma se per installarli devi distruggere un uliveto storico hai fatto un danno ambientale”. L’ex ministro dei Verdi interviene quindi sulla polemica del governo italiano con l’Unione europea sulle auto green: “Mi sarei aspettato che l’Italia puntasse a una mobilità a idrogeno, il primo progetto italiano sull’idrogeno l’ho approvato nel 2007, ma purtroppo abbiamo un sistema industriale più interessato a difendere le rendite di posizione che a scommettere sull’innovazione”.

E sul suo attuale successore alla guida del ministero dell’Ambiente? “Pichetto Fratin sembra animato dalla buona volontà di capire in un settore ovviamente nuovo per lui, ma è assolutamente emarginato in una coalizione di governo dove il vicepremier della Lega Matteo Salvini ha una posizione palesemente contraria a tutte le tematiche verdi, la vera politica ambientale di questo governo se la sta intestando lui, anche col nuovo codice degli appalti”.