Poco meno di un minuto al giorno; circa 20 secondi a quesito. È lo spazio concesso dal Tg1 ai cinque referendum dell’8 e 9 giugno, nell’ultimo mese. Anche peggio hanno fatto le altre testate della tv pubblica, che gli hanno dato una media dello 0,62% dello spazio dedicato all’informazione. A certificare il silenziatore posto dalla Rai alla tornata referendaria è stata l’Agcom, che ieri ha richiamato le emittenti televisive a partire dal servizio pubblico – ad informare i cittadini.
Del resto, non che Mediaset abbia fatto meglio, anzi: lo spazio “regalato” dal competitor Rai ai referendum è stato dello 0,42% di tutti i momenti dedicati all’informazione. Un’inezia. Più che comprensibili, quindi, le rimostranze di quanti i referendum li sostengono.
De Cristofaro: “La Tv pubblica oscura i referendum”
“I prossimi referendum sono oscurati dalle televisioni. È giustissimo il richiamo dell’Agcom alle emittenti televisive ed in particolare al servizio pubblico, che ha come mission principale quella di informare i cittadini, affinché garantiscano adeguata copertura informativa sui cinque referendum indetti per i giorni 8 e 9 giugno”, attacca l’Avs Peppe De Cristofaro, componente della commissione di Vigilanza Rai.
“Solo grazie alle tribune referendarie organizzate da Rai Parlamento, in attuazione della delibera della commissione di Vigilanza, i referendum trovano spazio nei palinsesti Rai”, prosegue De Cristofaro. “Poco o niente nelle trasmissioni di approfondimento e nei Tg Rai. Il peggiore è il Tg1 che ha collezionato lo 0,89%, che equivale, in poco più di trenta giorni rilevati dall’Agcom, ad un minuto al giorno per tutti e cinque i quesiti. E non va meglio, anzi, sulle televisioni private. La Rai, sempre più TeleMeloni, si adegua alla linea dettata dalla destra e da Fratelli d’Italia di boicottare i referendum invitando al non voto. Peccato che il servizio pubblico è pagato con i soldi dei cittadini e questi hanno diritto ad avere garantita un’informazione completa, imparziale e corretta sui quesiti referendari”, conclude De Cristofaro.
“Il governo ha paura del quorum”
Sulla stessa linea il responsabile Informazione del Pd, Sandro Ruotolo, per il quale “non passa giorno senza che un esponente del governo inviti apertamente all’astensione. È evidente: il governo ha paura del quorum. Teme la voce dei cittadini. E mentre il governo lavora per spegnere la partecipazione, la Rai – il servizio pubblico radiotelevisivo – tace. È un sabotaggio della democrazia. La Rai, diventata Telemeloni, abdica alla sua funzione pubblica e diventa megafono dell’astensionismo di governo. È indecente. È intollerabile. Noi non ci stiamo. E invitiamo tutte e tutti a reagire: partecipare è un dovere civico. Votare è resistere”.
Per Magi gli italiani non sanno che si voterà a giugno
Di “dati scandalosi” parla ance Riccardo Magi di Più Europa, “siamo allo zero virgola di presenza del tema del Referendum in tutti i vari contenitori tv, nei tg, negli approfondimenti politici, nelle tribune di confronto che non sono nemmeno partite nella Rai”. Per Magi “non ha senso parlare delle ragioni del ‘si’ o ‘no’, perché la percentuale degli italiani che sa che c’è un voto è già più bassa del quorum”.
L’attacco di M5s in Senato
In mattinata, durante la dura protesta del Movimento 5 Stelle in Senato, Stefano Patuanelli aveva dichiarato: “La maggioranza vuole silenziare tutto: vogliono mettere un bavaglio alla commissione antimafia, escludendo un magistrato antimafia. I ministri che dovrebbero riferire sulla situazione inaccettabile di Gaza scappano. Le riforme sulla giustizia e sul fine vita arrivano in aula senza che i lavori in commissione si siano conclusi. La Rai, che teoricamente dovrebbe raccontare questa arroganza al potere, è bloccata, balcanizzata. E del referendum non ne parla nessuno. È una democrazia silenziata”.