“E’ una tappa importante, merito del lavoro serio e incessante dei nostri magistrati. Voglio ringraziarli ancora perché in questi anni non si sono arresi mai e anche di fronte alla mancanza di collaborazione degli inquirenti egiziani hanno continuato a lavorare, a mettere insieme i pezzi. Di certo non finisce qui. Vogliamo verità e giustizia. Fino in fondo”. E’ quanto ha detto a Repubblica il presidente della Camera, Roberto Fico, nel quinto anniversario del sequestro di Giulio Regeni.
“La rottura dei rapporti diplomatici fra la Camera dei deputati e il Parlamento egiziano – ha detto ancora Fico – è stato un gesto forte, condiviso da tutti i gruppi parlamentari. Non esistono le condizioni affinché i rapporti fra i nostri parlamenti tornino alla normalità. Nei mesi scorsi, ho lavorato molto per coinvolgere altri Parlamenti. Nei colloqui con i miei omologhi ho spesso affrontato la questione, perché sono convinto che debba essere considerata a livello europeo”.
“Giulio era un cittadino europeo – ha aggiunto il presidente della Camera – e la questione dei diritti umani è essenziale per la natura e il senso dell’Unione europea. Lo stesso Parlamento europeo ha adottato risoluzioni severe nei confronti dell’Egitto. Portare la storia di Giulio Regeni nel cuore dell’Unione significa superare gli egoismi nazionali. L’Europa deve iniziare a ragionare ed agire come una vera comunità, solidale anche su vicende come questa. Deve fare di più e deve essere piùcoesa”.
“Le risposte più recenti della Procura generale del Cairo – conclude Fico – rasentano la provocazione, e offendono la nostra intelligenza. La vendita di armi all’Egitto è stata un’immagine che non avremmo voluto vedere. Rispetto alla violazione della legge che definisce i criteri per la vendita di armamenti sarà la magistratura a valutare. Personalmente comunque sarei per una revisione della legge, inserendo paletti più rigidi”.