Regionali, nuova fumata nera sui candidati del centrodestra. E Salvini perde la pazienza: “Siamo al 10 settembre…”. In ballo le presidenze di Veneto e Lombardia

Dal vertice a palazzo Chigi niente accordo sui candidati. E Salvini chiede di fare in fretta, ma è l'estremo tentativo per non perdere Veneto e Lombardia

Regionali, nuova fumata nera sui candidati del centrodestra. E Salvini perde la pazienza: “Siamo al 10 settembre…”. In ballo le presidenze di Veneto e Lombardia

“Non abbiamo parlato di Regionali perché l’argomento dell’incontro era un altro”. È toccato al leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, al termine del vertice di maggioranza tenutosi ieri a palazzo Chigi, annunciare l’ennesima fumata nera sui candidati alle regionali del centrodestra. Tutto rimandato, come del resto aveva ampiamente anticipato Antonio Tajani e, soprattutto, aveva lasciato capire la premier Giorgia Meloni.

Dipende tutto dall’esito delle Marche

Nessuna pedina deve andare a dama, prima di capire cosa succederà a breve nelle Marche. Se l’uscente meloniano Francesco Acquaroli si riconfermerà, allora gli equilibri nel centro-destra potranno rimanere immutati. Se invece vincerà il campo largo con Matteo Ricci, Fratelli d’Italia pretenderà un “adeguamento” degli assetti. E allora allungherà le mani su qualche altra regione di peso, scardinando l’intero puzzle…

E Salvini scalpita

Il problema, per il centro-destra, è che il tempo scarseggia, come ha gridato ieri Matteo Salvini, il quale sperava che dal vertice di ieri uscisse almeno il nome per la Campania. “Se votano nello stesso giorno Puglia, Veneto e Campania, mi auguro che si scelgano tutti i candidati nello stesso giorno, altrimenti siamo qua ogni settimana…”. “È la data che ci obbliga – aveva aggiunto – è il calendario che ci impone di fare in fretta. Se voti il 22 novembre e siamo al 10 settembre, non sono ragionamenti politici, sono ragionamenti meramente numerici”. Ragionamenti che i suoi compagni di maggioranza non hanno colto, evidentemente.

E sì che il leader del Carroccio, reduce dalla mezza sollevazione interna contro Vannacci, l’aveva detto apertamente, almeno per la Campania facciamo presto… “La Lega è pronta da tempo, abbiamo da tempo le liste compilate e forti in tutte le province. Non abbiamo preteso nessun candidato, poi sceglierà il tavolo”, aveva spiegato, “l’importante è scegliere in fretta”. E aveva aggiunto: “La Lega non ha preteso nessun candidato, va bene qualunque nome esca dal tavolo, purché si cominci”. Un’impazienza comprensibile, quella di Matteo, visto che deve tutelare il suo “posto al sole” in Veneto, tentando possibilmente di non perdere la presidenza della Lombardia.

La Lega vorrebbe tenere Veneto e Lombardia

Argomenti affidati ieri al capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, che interrogato sulla possibile candidatura di Alberto Stefani in Veneto per il post Luca Zaia, ha risposto: “Non lo so, ma speriamo di sì”, in linea con il ragionamento per cui “vorremmo come Lega che dove c’è stato un amministratore o un presidente di Regione della Lega si portasse avanti quella linea”. E in Veneto fin qui c’è stato Luca Zaia… quindi “riteniamo spetti alla Lega fare il nome e crediamo che sarà così!”.

E ha poi aggiunto che lo stesso meccanismo va applicato alla Lombardia. E alla domanda su un possibile scambio tra partiti (Lega al Veneto e Fdi alla Lombardia con Carlo Fidanza), Molinari ha ribadito: “Insisteremo anche in questo caso per un candidato lombardo” della Lega, ma “le elezioni in Lombardia sono tra ‘un secolo’, se pensiamo ai tempi della politica, in Lombardia si vota nel 2028 e dopo le elezioni politiche. Parlarne adesso è troppo presto e in tre anni succedono molte cose”. In realtà il piano per il Pirellone è già stato scritto: dimissioni anticipate di Attilio Fontana nel 2027 (per consentirgli di entrare in Parlamento) e sua sostituzione con Fidanza.

Alla fine mancano sempre tre candidati

Strategie a parte, un dato è palese: a parte gli uscenti Acquaroli (FdI) nelle Marche e Roberto Occhiuto (FI) in Calabria e Alessandro Tomasi (FdI) in Toscana, a oggi al centrodestra mancano i candidati ufficiali di Veneto, Campania (dove si parla dei civici Giosy Romano o il rettore Matteo Lorito) e Puglia (dove potrebbe essere candidato il forzista Mauro D’Attis). Non poco. Soprattutto se si considera, come ha sottolineato ieri la segretaria dem Elly Schlein, che dall’altra parte “dopo 20 anni, il  centrosinistra si presenta unito in tutte le regioni”.