La mascherina quando ci si alza e la distanza di due metri al banco: le regole delle Regioni per la riapertura di bar, ristoranti, palestre e piscine

Le linee guida nella bozza di regole degli enti locali al governo: distanziamento, mascherine, privilegiare gli esterni e sette metri piscine

La mascherina quando ci si alza e la distanza di due metri al banco: le regole delle Regioni per la riapertura di bar, ristoranti, palestre e piscine

Sì ai ristoranti aperti anche alla sera, attenendosi alle regole. Tra quelle stilate dalle Regioni ci sono anche le distanze tra clienti per tornare nei bistrot, nelle osterie e in trattoria. Occorre privilegiare le prenotazioni, raccomandano le Regioni nelle linee guida visionate dall’Adnkronos. Ma anche “disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione. E di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors)”.

Le regole delle Regioni per tornare nei bar, nei ristoranti e nelle trattorie

Per la consumazione al banco assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 2 metri tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale, secondo la bozza. Laddove possibile – raccomandano le Regioni nel ‘capitolo’ dedicato alla ristorazione – privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici, dehors). Sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro.

Nei bar invece si potrà tornare a giocare a carte e a sfogliare i giornali seduti ai tavolini. “È consentita la messa a disposizione, possibilmente in più copie, di riviste, quotidiani e materiale informativo a favore dell’utenza per un uso comune, da consultare previa igienizzazione delle mani”, si legge infatti nella bozza visionata dall’Adnkronos. “Sono consentite le attività ludiche che prevedono l’utilizzo di materiali di cui non sia possibile garantire una puntuale e accurata disinfezione (quali ad esempio carte da gioco). Purché siano rigorosamente rispettate le seguenti indicazioni. Obbligo di utilizzo di mascherina; igienizzazione frequente delle mani e della superficie di gioco; rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro sia tra giocatori dello stesso tavolo sia tra tavoli adiacenti. Nel caso di utilizzo di carte da gioco è consigliata inoltre una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi”.

La mascherina quando ci si alza e la distanza di due metri al banco

Le misure, si legge nella bozza, se rispettate, possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo, che della cena. Inoltre, si sottolinea nel documento, le misure “possono consentire il mantenimento del servizio anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio. Purché integrate con strategie di screening periodico del personale non vaccinato”. Le linee guida, si precisa nella bozza, si applicano per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande come “ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie” anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali e per “l’attività di catering”.

Bisognerà poi privilegiare la prenotazione e usare la mascherina se ci si alza. “Privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni – si legge nella bozza – In queste attività non possono essere continuativamente presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere”. Inoltre si sottolinea che i “clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo”. ‘La modalità self-service può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose.

”In particolare, la distribuzione degli alimenti dovrà avvenire con modalità organizzative che evitino la formazione di assembramenti anche attraverso una riorganizzazione degli spazi in relazione alla dimensione dei locali – si sottolinea nella bozza – dovranno essere altresì valutate idonee misure, come segnaletica a terra, barriere, per garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro durante la fila per l’accesso al buffet”.

Le regole per palestre e piscine

Le palestre possono restare aperte “anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio” purché rispettino regole, distanziamento e integrino le norme “con strategie di screening periodico del personale non vaccinato”, dice ancora la bozza. Nel documento tra le altre cose si prevede per le palestre di “redigere un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione) e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni; mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura superiore a 37,5 °C”.

“Organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 2 metri (ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere), anche regolamentando l’accesso agli stessi. Regolamentare i flussi, gli spazi di attesa, l’accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza: o almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica, o almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa)”.

Gli accessi controllati agli impianti

Nelle piscine invece ci vorranno almeno 7 metri quadrati d’acqua a disposizione per nuotatore. Nel ‘capitolo’ dedicato alle piscine è scritto infatti che “la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona. Per le aree solarium e verdi – si legge poi nel documento visionato dall’Adnkronos – assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 m2 per ogni ombrellone; tra le attrezzature (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 m. Il gestore pertanto è tenuto, in ragione delle aree a disposizione, a calcolare e a gestire le entrate dei frequentatori”.

Vi sono poi tutta una serie di regole per garantire riaperture in sicurezza delle piscine. Tra queste la raccomandazione a “privilegiare l’accesso agli impianti tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Organizzare gli spazi e le attività nelle aree spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 2 metri. Tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora depositati negli appositi armadietti. Si raccomanda di non consentire l’uso promiscuo degli armadietti e di mettere a disposizione sacchetti per riporre i propri effetti personali”.

Le regole per cinema e teatri

Le misure per i cinema e i teatri “se rispettate, possono consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici definiti a basso-medio-alto rischio. Purché integrate con test degli utenti al momento dell’accesso o con l’obbligo di acquisire l’evidenza di un test negativo nelle ultime 48 ore o del completamento del ciclo vaccinale”. Questo si legge nella bozza contenente le linee guida stilate dalle Regioni per le riaperture, visionate dall’Adnkronos, che oggi saranno sottoposte al governo. In particolare le misure ”si applicano a sale cinematografiche, teatri, circhi, teatri tenda, arene e spettacoli in genere, anche viaggianti”.

I posti a sedere dovranno prevedere un distanziamento minimo, tra uno spettatore e l’altro. Sia frontalmente che lateralmente, di almeno un metro”. E di ”almeno due metri se si consente di stare seduti senza mascherina”. Questa misura non vale, si sottolinea, ”per i nuclei familiari e le persone che in base alle disposizioni vigenti non sono soggette al distanziamento interpersonale”.