Da Rimini Matteo Renzi è tornato alla carica, spregiudicato. Contro l’Europa e contro i nemici giurati del Movimento 5 Stelle. “C’è un cambio gioco nella politica internazionale che è un po’ più importante delle parole che si dicono in un convegno a poche ore da qua e Bruxelles manda le letterine con richieste da 0,2%, che è un prefisso telefonico per chi chiama da fuori Milano, mentre la Spagna l’anno scorso ha fatto il deficit al 5,1% e si è fatto finta di nulla”.
L’ex premier, dunque, parte criticando Bruxelles e propone un nuovo progetto: “Il punto non è il giorno delle elezioni, se votiamo con la legge della Consulta o la legge x o y, sono specchietti per le allodole. La questione reale è che il mondo cambia ad un ritmo talmente impressionate che o il Pd, prima comunità politica del paese, prova a giocare un ruolo di proposta o stiamo diventando il luogo in cui qualcuno fa un servizio per un certo periodo, pensa al proprio io e l’Italia gioca una partita di serie B”. E “la prima proposta che il Pd deve fare all’Europa è liberarsi del patto di Stabilità in favore del patto di Comunità“.
“Entro un anno al massimo si andrà a elezioni – ha detto Renzi – noi siamo contrari ai grandi inciuci, ma non possiamo essere accusati di essere i custodi di un eccesso di semplificazioni e ora complici di complicazioni. Per evitare il caos c’è un modo molto semplice: arrivare al 40%, noi una volta ci siamo arrivati alle europee e le abbiamo vinte, l’altra volta è quando abbiamo perso. Sappiamo come si fa, non so se ce la faremo”.
Ma, come detto, gran parte degli attacchi sono andati diretti al Movimento 5 Stelle. “Le elezioni saranno l’occasione per parlare di temi importanti – ha proseguito l’ex premier – un esempio: a Roma è stato rifiutato un appuntamento internazionale per paura della corruzione e poi il braccio destro della sindaca è stato arrestato per corruzione”, ha detto l’ex premier in riferimento al no opposto dall’amministrazione guidata da Virginia Raggi alle Olimpiadi di Roma 2024 e all’arresto di Raffaele Marra, stretto collaboratore del primo cittadino del M5S. “Chi dice che l’Italia è finita non ha capito nulla e con buona pace di qualche compagno interno la competizione sarà a tre: il gruppo di Grillo, un’area di destra, vedremo se faranno accordi, un’area più legata al Ppe o se Berlusconi e Salvini si rimetteranno insieme. E poi ci sarà un’area variamente intesa che è l’area di chi invece di stare ad urlare alle sirene del Mediterraneo, di giocare allo sfascio vuole offrire proposte concrete, puntuali, anche avendo l’orgoglio di ciò che facciamo”.
E poi, ovviamente, la frecciata diretta allo stesso Grillo: “È inutile che dall’ultimo villaggio turistico alla moda in Africa, l’ultimo dell’anno, mi arriva lo spregiudicato-pregiudicato a dire che il problema è la povertà. Vinciamo le elezioni confrontandoci sui contenuti e le idee, continuare a dire solo quali sono problemi e non le soluzioni può pagare”. A rispondere è stato lo stesso Grillo da twitter: “A Renzi è rimasto solo l’insulto Se è così sicuro di vincere faccia dimettere Gentiloni e subito al voto! Coraggio! #Obbiettivo40PerCento”.