Uno sfogo che diventa un attacco frontale a giornali e giornalisti. Matteo Renzi assediato dall’inchiesta che coinvolge il padre Tiziano e il fedelissimo Luca Lotti non trattiene l’ira con la stampa. “Dite ‘relazioni pericolose’, ‘travolgere’. Ma i processi non li fate voi sui giornali, si fanno nelle aule del tribunale”, afferma l’ex premier guarda caso da una giornalista, Lilli Gruber, che finalmente ci fa sentire il punto di vista del segretario uscente del Pd, fin’ora silente sull’inchiesta Consip. In effetti però Renzi non dice una cosa del tutto peregrina. I giornali su questa vicenda che rischia di mettere un punto sull’intera carriera politica dell’ex sindaco di Firenze stanno giocando una partita che va al di là del racconto dei fatti. D’altra parte, le battaglie politiche da sempre non si fanno solo in Parlamento. E i quotidiani sono sempre più militanti, oltre che in alcuni casi fortemente giustizialisti o indicativamente garantisti. Una tendenza che proprio sull’inchiesta Consip si sta mostrando palesemente.
Le posizioni – Tra le testate apertamente ostili a Renzi Il Fatto quotidiano di Marco Travaglio e La Verità di Maurizio Belpietro hanno già scritto la parola condanna senza appello per tutti i personaggi coinvolti nell’inchiesta delle Procure di Napoli e Roma. Poco importa se gli indizi raccolti fin’ora sono oggettivamente pochi. Per questi due giornali le prove sono schiaccianti e fosse per loro tutti gli indagati dovrebbero finire in cella, buttando via la chiave. Tanto hanno scritto, anche grazie a documenti di prima mano usciti certamente dalle stesse Procure che indagano, da aver lasciato indietro i giornaloni Repubblica e Il Corriere. Giornaloni che per non dare l’impressione di aver bucato la notizia (o di averla voluta bucare) hanno messo le vele al vento di Travaglio e Belpietro. Posizioni diverse hanno assunto Il Foglio e ancora di più Il Dubbio di Piero Sansonetti, giornale garantista a prescindere e quindi poco credibile perché capace di giustificare persino Jack lo squartatore. Chi ha preso posizioni più imprevedibili è stato invece Il Giornale di Alessandro Sallusti, tutt’altro che duro anche su Verdini, e questo quotidiano, La Notizia, da anni molto severo su Renzi ma per voce del direttore Gaetano Pedullà non disponibile a fucilare l’ex premier per via giudiziaria in mancanza di elementi certi che riconducano alla sua persona. La prosecuzione di qualunque battaglia politica con altri mezzi, come il giornalismo o la magistratura (micidiali quando operano in concerto) non è per questo giornale elemento edificante in un Paese civile. E parlando di questa “tempesta perfetta” su Renzi, noi de La Notizia ci siamo chiesti se sia corretto snaturare lo stesso scopo sociale dell’informazione a favore di un chiaro scontro politico in vista del decisivo congresso del Pd. Se questo possa essere giustificato dal disperato tentativo di vendere qualche copia in più o di soddisfare l’ego di alcuni direttori.