Renzi: la riforma del lavoro non va fatta per l’Ue

L’Italia e l’Europa. Il premier Renzi spiega la strategia che ha in testa: “Il governo ha immaginato per il pacchetto di riforme coperture molto ampie, molto più ampie rispetto all’impegno fiscale. Non è necessario uno sforamento del 3% con un’eventuale possibile modifica dal 2,6 al 3%”, ha spiegato Renzi in vista del vertice Ue del 20 e 21 marzo.

“E’ fondamentale che si esca dalla visione per cui l’Ue ci controlla i compiti o ci fa le pulci. l’Ue non è altro rispetto a noi. E se non saremo in grado di affermare che l’Italia e l’Europa  non sono controparti ma sono sulla stessa barca. Come possiamo chiedere di cambiare le regole del gioco sull’occupazione giovanile se noi abbiamo dei numeri che gridano vendetta?” ha detto ancora Renzi, sottolineando che “si è pensato di creare lavoro per decreto e si è fallito. Si è pensato di dare garanzie ai giovani moltiplicando norme e si è nuovamente fallito e ora la disoccupazione giovanile è a livelli atroci”. “Questo spinga il parlamento: la riforma del lavoro è necessaria, non è un argomento a piacere che possiamo affrontare o no” ha detto Renzi ricordando come questa riforma ci venga chiesta “dal 42% di giovani disoccupati” e non dall’Europa. La riduzione della spesa pubblica? “Presenteremo la spending rewiev alle Camere. Il commissario ci ha fatto un elenco, ma toccherà a noi decidere. Come in famiglia se non ci sono abbastanza soldi sono mamma e papà che decidono cosa tagliare e cosa no”.