Renzi può tenersi l’Italicum. Per la minoranza l’apertura è tutta una farsa: vuole solo a ottenere il sì di Bersani al referendum

Il tempo è scaduto. L’apertura di Matteo Renzi sull'Italicum è addirittura giudicata una farsa. Calendario alla mano, è impossibile arrivare a una modifica.

Il tempo è scaduto. L’apertura di Matteo Renzi sulla legge elettorale è addirittura giudicata “una farsa”. Insomma, la mossa del segretario del Pd non è stata presa sul serio dalla minoranza del suo partito. Perché, calendario alla mano, è praticamente impossibile arrivare a una modifica dell’Italicum: tra poco il Parlamento sarà impegnato sulla partita della Legge di Stabilità, resa ancora più complicata dal clima di campagna referendaria. “Avviare un confronto è poco più che provocazione, arrivata durante un comizio elettorale. Basta vedere la mozione proposta alla Camera sulla legge elettorale. E anche la possibile direzione nazionale sulla questione sembra giusto una presa in giro”, spiega a La Notizia una fonte molto vicina a Pier Luigi Bersani.

RAGIONAMENTO
Nella minoranza, dall’ex segretario a Roberto Speranza, il ragionamento verte sulla tempistica: l’Italicum doveva essere modificato prima del referendum per evitare il cosiddetto combinato disposto con la riforma della Costituzione. Invece Renzi ha preso tempo: prima ha chiuso a qualsiasi ipotesi di cambiamento, poi ha aperto al confronto, ma quando era troppo tardi per rendere davvero possibile la trattativa. “Il presidente del Consiglio ha dato la disponibilità di mettere mano a una legge che giudica perfetta. È un controsenso”, evidenzia anche un deputato della sinistra dem, che conferma la linea della chiusura: il tentativo renziano di aprire una breccia è già naufragato. E spunta anche il sospetto che Renzi abbia cercato di tendere la mano agli avversari interni per ottenere in cambio l’aiuto dei militanti di sinistra nel comitato referendario Basta un sì. Perché la strategia del porta a porta necessita di attivisti sul campo. “Noi non abbiamo la bacchetta magica. Sono anni che le politiche del Pd hanno allontanato la base: non è pensabile richiamarla all’ultimo, chiedendo di fare campagna per il sì. Semplicemente molti si sono già mobilitati. Ma per sostenere il no”, rivela ancora il parlamentare della minoranza. La partita-Italicum pare chiusa, quindi, almeno fino al 4 dicembre. I bersaniani hanno spostato l’attenzione sulla manovra del Governo: l’8 ottobre, al termine di un incontro con economisti di area progressista, scriveranno le proposte da inserire nella prossima Legge di Stabilità.

NESSUNA REAZIONE
Il presidente del gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio è stato uno dei pochi ad accogliere con un approccio positivo le parole di Renzi. “Se fossi una forza di opposizione che ha contrastato l’approvazione della legge elettorale non esiterei a raccogliere le aperture del presidente Renzi sulla riforma dell’Italicum, avviando subito il confronto in Parlamento”, ha dichiarato Pisicchio. “Adesso che le Camere hanno la possibilità politica di riprendere in mano una partita che a loro compete non sciupino l’occasione”, ha aggiunto il navigato parlamentare ex sottosegretario dei governi Ciampi e Amato.