Renzi sbatte su Grillo ma può consolarsi con Silvio

di Lapo Mazzei

Ieri sera al Quirinale, per riferire al presidente Giorgio Napolitano l’esito delle consultazioni. Poi una pausa di meditazione. Uno due giorni al massimo, non di più, in modo da «redigere un programma sulle riforme concrete che partono dai tagli dei costi della politica» ma che affronti anche il nodo della giustizia, tema che per la prima volta viene citato pubblicamente dall’ex sindaco. Infine sabato il presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi scioglierà la riserva con cui aveva accettato l’incarico e sarà in grado di chiarire con quale squadra intende affrontare la sfida di Palazzo Chigi. E da lunedì, salvo sorprese, sarà nelle aule parlamentari per il voto di fiducia che sancirà (oppure no) l’abbrivio del nuovo esecutivo, prima al Senato e poi alla Camera. Al di dà dei dettagli tecnici è questa l’agenda che lo stesso premier incaricato ha delineato dopo l’incontro lampo con Beppe Grillo e la delegazione del M5S, che ha diviso in due il mondo dell’informazione e quello della Rete, l’ultimo tra i faccia a faccia in programma nella giornata di ieri, dedicati ai tre partiti maggiori. «Dopo un giorno e mezzo molto tosto di incontri, dialoghi e approfondimenti – ha commentato Renzi – sono decisamente convinto che ci sono le condizioni per fare un ottimo lavoro». Prima del botta e risposta con Grillo, il premier in pectore aveva incontrato i capigruppo del Pd e, in tarda mattinata, la delegazione di Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi.

Cav conciliante
E proprio dal Cavaliere sono giunti i maggiori segnali di distensione e collaborazione, come se fosse lui il vero alleato di Renzi, e non il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. «Sono molto contento di vedere un premier che ha la metà dei miei anni» ha esordito il leader azzurro al suo ritorno in Parlamento dopo il voto sulla sua decadenza da senatore, parlando ai giornalisti al termine dell’incontro.
Forza Italia resterà saldamente all’opposizione del nuovo governo, ma dal suo leader è arrivata una sostanziale apertura sul tema delle riforme. A partire da quella elettorale, che «non si tocca» perché già frutto di una «discussione sofferta» e di compromessi come quelli sulle soglie di sbarramento su cui gli azzurri hanno già fatto molte concessioni. Ma pensando anche a quelle istituzionali, che da sempre gli stanno particolarmente a cuore. Per non parlare poi della giustizia, a cui lo stesso Renzi per la prima volta ha fatto esplicito riferimento, segno forse di un dialogo che resta aperto. Berlusconi ha insistito molto sull’esigenza di superare «la Costituzione nata dopo il fascismo», quando la paura di svolte autoritarie impose ai padri costituenti l’introduzione di molti contrappesi di potere, «con il risultato che, a differenza delle altre democrazie occidentali, abbiamo un presidente del Consiglio che non ha alcun potere, se non quello di stabilire l’ordine del giorno». E poi ha auspicato una revisione della legge sulla “par condicio”, per evitare che i partiti maggiori e quelli minori abbiano lo stesso tempo a disposizione in tv nelle campagne elettorali, con un livellamento che, a suo dire, favorisce la frammentazione fra tanti partiti. «Anche se poi – ha sottolineato – il vero problema è che gli italiani non hanno ancora imparato a votare in maniera non frazionata». Saltellando fra nuovi temi e capitoli evergreen del suo repertorio, il Cav non è entrato nel merito della composizione dell’esecutivo e, ultimate le sue dichiarazioni, non ha risposto alle domande dei cronisti.

I 10 minuti di Beppe
Decisamente pirotecnico, invece, l’incontro con Grillo che si è subito trasformato in un monologo del leader pentastellato. «Non sono venuto qua a parlare di programmi» ha attaccato il comico. «Tu rappresenti le banche e i poteri forti, dici una cosa e la smentisci subito dopo. Sei un ragazzo giovane, ma allo stesso tempo vecchio». L’incontro dura meno di dieci minuti, nel corso dei quali Renzi ha replicato al comico con altre battute per poi appellarsi agli elettori dei Movimento 5 Stelle: «Esci dal blog Beppe, i tuoi elettori meritano molto di più».

E viste le tensioni della giornata il vertice di maggioranza sul programma di governo, fissato per ieri sera, si svolgerà questa mattina. Ad incontrarsi, però, non saranno i leader ma i capigruppo plenipotenziari delle forze in campo, dato che Renzi in questa fasee preferisce concentrarsi sulla definizione del programma. Alle pattuglie dei colonnelli tocca il compito di buttar giù una road map dell’esecutivo. Al vertice parteciperanno sicuramente il ministro uscente Graziano Delrio, braccio destro del segretario del Pd, e i capigruppo dei partiti di maggioranza.