La Reuters scrive che Draghi è in ritardo sul Recovery Plan. E rischia di “bucare” la scadenza del 30 aprile. Ma i giornali italiani non se ne accorgono

Dicono che si tratta di una manovra per screditare l’Italia. Forse è vero, ma non era Draghi il “super-presidente” che l’Europa ci invidia?

La Reuters scrive che Draghi è in ritardo sul Recovery Plan. E rischia di “bucare” la scadenza del 30 aprile. Ma i giornali italiani non se ne accorgono

La Reuters scrive che il governo Draghi è in ritardo nella presentazione del Recovery Plan. E potrebbe “bucare” la scadenza del 30 aprile per la presentazione alla Commissione Europea della versione finale del piano di ripresa. Anche perché Bruxelles non è soddisfatta di diversi aspetti della bozza.

La Reuters scrive che il governo Draghi è in ritardo sul Recovery Plan

L’articolo della prestigiosa agenzia di stampa, firmato da Giuseppe Fonte, è uscito ieri, domenica 18 aprile. Ma non è stato ripreso dai giornali italiani, che lo hanno curiosamente dimenticato. A parte il Fatto Quotidiano, che ne parla oggi. Registrando anche le due precisazioni dei portavoce di Palazzo Chigi e di via XX Settembre. Che dicono che il piano sarà comunque presentato e completato entro le date previste dall’Europa.

Eppure un rinvio, spiega Reuters, sarebbe un duro colpo per Draghi, entrato in carica due mesi fa con il compito di mettere a punto il piano preparato dal precedente governo. Tutti i 27 paesi dell’Unione europea hanno lavorato ai loro piani nazionali che illustrano come ogni governo vuole spendere la propria quota del programma di prestito congiunto del Fondo di recupero dell’UE da 750 miliardi di euro ($ 900 miliardi). L’Italia ha diritto a più di 200 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti a basso costo dal Fondo, la fetta più grande di qualsiasi paese dell’UE. Il denaro verrà erogato gradualmente nell’arco di sei anni.

Ma “La Commissione non è soddisfatta del piano di ripresa così com’è”, ha detto una delle fonti, che ha chiesto di non essere nominata per la delicatezza della questione. La fonte ha detto che Draghi presenterà probabilmente il piano intorno a metà maggio, ma potrebbe essere necessario un periodo più lungo per superare le obiezioni della Commissione. Tra le principali preoccupazioni di Bruxelles vi sono la mancanza di dettagli su come verrà gestito il piano una volta ottenuta l’approvazione dell’UE e la sostanza di alcune delle riforme delineate, incluso il sistema giudiziario.

E rischia di “bucare” la scadenza del 30 aprile

Un’altra fonte ha anche detto che Bruxelles voleva modifiche al piano, che richiederebbero tempo. E ha detto che metà maggio ora sembra un periodo “realistico” per la sua presentazione. Il Fatto Quotidiano spiega oggi che Palazzo Chigi ha smentito e la voce, imprecisabile e anonima. Che ha gettato ombre sul governo.

Diverse fonti governative consultate dal Fatto dicono che si tratta di una manovra per screditare l’Italia. Forse è vero, ma non era Draghi il “super-presidente” che l’Europa ci invidia? Da dove viene tanta malevolenza? “La Commissione è scontenta del piano di ripresa così com’è”, scrive la Reuters, aggiungendo che Draghi “presenterà probabilmente il piano intorno a metà maggio, ma potrebbe essere necessario un periodo più lungo per superare le obiezioni della Commissione”. Nemmeno Conte aveva subito avvertimenti così bruschi. Ma sul problema dell’attuazione i dubbi non sono fugati.

E la memoria non può che tornare a quando Matteo Renzi si infuriò perché Giuseppe Conte voleva fare un decreto. E a tutti i richiami sui ritardi nell’attuazione del piano. Oggi invece non parla nessuno. Chissà perché.

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