Dieci miliardi di euro. È il valore complessivo del pacchetto di nuovi fondi che la tanto strombazzata Ukraine Recovery Conference, conclusasi ieri a Roma, ha racimolato. Una cifra considerevole, ma assolutamente al di sotto delle necessità (circa 500 miliardi) e, soprattutto, delle aspettative del governo, che sulla conferenza per Kiev aveva puntato molto per riuscire ad attenere un posto tra i Paesi che contano.
Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, missione fallita per Giorgia
Missione fallita. Tuttavia per Giorgia Meloni conta la narrazione, non il risultato. E così quei 10 miliardi diventano “circa 15, considerando i contratti firmati dalle imprese”, come si legge in una nota di Palazzo Chigi, che ricorda anche gli “oltre 200 accordi firmati, di cui 40 italiani, e un nuovo fondo equity a livello europeo per proseguire con l’impegno globale per la ricostruzione dell’Ucraina”.
La sfilata dei capi di stato
Dal punto di vista politico, l’unico vincitore è il presidente Volodymyr Zelensky che “incassa” l’appoggio dei leader internazionali che si sono affacciati a Roma durante la due giorni: 100 delegazioni ufficiali con 15 tra Capi di Stato e Governo, tra questi la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen; il cancelliere tedesco, Friedrich Merz; lo spagnolo Pedro Sanchez; il polacco Donald Tusk; il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, e una quarantina di ministri degli esteri, una decina di Commissari europei, circa 40 organizzazioni internazionali, 2.000 rappresentanti di aziende (di cui 500 italiani), circa un migliaio i rappresentanti delle autonomie locali e della società civile. Numeri “impressionanti” secondo la premier.
E Mattarella invoca “la pace giusta”
“Oggi è più che mai cruciale che Kiev avverta che non è sola in questa guerra”, ha detto in conclusione il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha evidenziato come l’elevato livello di partecipazione alla Conferenza “dimostra la vicinanza della comunità internazionale a Kiev. Non possono essere cinismo e indifferenza a guidare i comportamenti delle Nazioni. Per questo rendiamo omaggio alla determinazione e al coraggio con cui il popolo ucraino difende di determinare liberamente il proprio destino. Nel proiettarsi verso il domani, Kiev può contare sul sostegno corale alla sua scelta europea, obiettivo al quale puntare, nonostante le difficili condizioni”.
Quindi il Capo dello Stato ha concluso ricordando la necessità di “ripristinare una pace giusta, condivisa, duratura. Pace non sarebbe la resa alla sopraffazione al più forte: una pace apparente ha sempre vita breve ecco perché questa guerra riguarda l’intera comunità internazionale”.