Riecco la Finanza a Banca Etruria. L’ordine di piazzare i bond è partito dall’alto: è caccia ai documenti nella sede centrale dell’istituto

Nuova tempesta su Banca Etruria con la Guardia di Finanza ripiombata nella sede di Arezzo a caccia di documenti relativa al collocamento sul mercato finanziario delle obbligazioni subordinate, emesse dalla Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio ora in liquidazione coatta amministrativa. La Procura di Arezzo ipotizza la presenza di una “cabina di regia” a livello manageriale, che avrebbe prescritto il collocamento delle subordinate individuando anche soggetti con un profilo di investitore a “rischio basso”.

LE INDAGINI – L’accusa ipotizzata è di concorso nel reato di truffa aggravata. Le perquisizioni odierne sono mirate alla ricerca dei documenti dei vari responsabili di area che avrebbero imposto la sottoscrizione di subordinate a una clientela retail, priva di un profilo finanziario adeguato all’investimento, proposto di norma ai clienti ‘professionali’. Si tratterebbe di circolari interne e altri espedienti utilizzati dai vertici. L’esistenza di questa cabina di regia è data per “certa” dagli inquirenti vertendo su oltre 400 denunce raccolte. Nel mirino ci sarebbe una direttiva per collocare delle subordinate in modo “granulare”, individuando anche soggetti con un profilo di investitore a “rischio basso” e non più solo a “rischio medio-elevato” in linea con la tipologia di investimento finanziario. La Procura, infine, sostiene che gli investimenti in subordinate proposti dai diversi responsabili d’area, sarebbero stati prospettati ai clienti come investimenti sicuri alla pari a quelli in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato.