Rinnovabili, col decreto Transizione il governo esautora le regioni. La governatrice Todde: “Un atto di forza contro la Sardegna”

Rinnovabili, La presidente della Sardegna, Todde, contro il decreto. "Non saremo più garanti dei territori"

Rinnovabili, col decreto Transizione il governo esautora le regioni. La governatrice Todde: “Un atto di forza contro la Sardegna”

“Un atto di forza che calpesta il ruolo delle Regioni e ignora completamente la voce dei territori”. Così ieri la presidente sarda Alessandra Todde ha duramente attaccato il governo di Giorgia Meloni, a seguito della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto “Transizione 5.0. Un testo, quello voluto dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che mira a definire quali siano le “aree idonee” e “non idonee” per ospitare l’installazione di impianti energetici da fonti rinnovabili. Non solo, il decreto prevede anche un colpo di spugna – una “semplificazione”, nella versione del governo – delle procedure autorizzative, stabilendo criteri uniformi a livello nazionale.

Col decreto le Regioni non avranno più alcuna voce in capitolo

In pratica con questo decreto il governo centrale (quello dell’autonomia differenziata) esautora quasi totalmente le regioni da ogni decisione. Così, per esempio, saranno autorizzate le torri eoliche nei porti, tratti di mare, zone della Difesa e persino in contesti paesaggistici e archeologici protetti, senza che le amministrazioni decentrate possano avere voce in capitolo.

Più che comprensibile, quindi, la netta presa di posizione di Todde e di tutti i partiti del Campo largo, impegnati da inizio legislatura a mappare il territorio per trovare un equilibrio che assicuri la costruzione degli impianti green ma anche la tutela del paesaggio e dell’economia locale. Insomma, a dare una direzione sostenibile cancellando molte delle centinaia di richieste di autorizzazioni a costruire lasciate in eredità dalla giunta Solinas, che avevano scatenato anche le violente proteste dei comitati anti-speculazione.

Todde: “Così tutte le leggi di tutela saranno inefficaci”

“La Sardegna aveva già respinto questo approccio nella Conferenza delle Regioni del 5 novembre, ma il governo Meloni, temendo un parere negativo della conferenza unificata, ha scelto la scorciatoia del decreto legge, violando il principio di leale collaborazione”, ha accusato ieri Todde sui social. Un provvedimento che per Todde rende “inefficaci tutte le leggi regionali sulle aree idonee e non idonee agli impianti rinnovabili, e impone che le autorizzazioni si basino esclusivamente sulla normativa statale. Le Regioni vengono espropriate del loro ruolo di garanti del territorio”.

In pratica, specifica la governatrice, “sarà Roma a stabilire cosa è idoneo, arrivando perfino a considerare idonei i porti per l’eolico offshore”. Per la presidente “sono tutti attacchi alla nostra autonomia ai quali io personalmente e tutta la giunta ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione”.

Il campo largo all’attacco

“Il governo continua a credere che vincere le elezioni significhi comandare”, ha invece dichiarato la senatrice M5s, Sabrina Licheri, “Diamo una notizia: i territori vanno governati e non prevaricati”. “Ancora una volta il governo sceglie la strada dell’imposizione, con decisioni calate dall’alto che cancellano le competenze della Sardegna e ignorano le comunità delle aree interne” le ha fatto eco il deputato pentastellato Mario Perantoni, “La Sardegna ha già espresso la propria contrarietà nelle sedi istituzionali, ma l’esecutivo ha preferito ricorrere al decreto per evitare ogni confronto”.

Per il campo largo interviene anche l’Avs Francesca Ghirra: “Penso che sul tema energia ci sia da fare una grande riflessione. La Regione si deve riappropriare delle proprie competenze e dei propri spazi”, spiega, “È chiaro che la Sardegna è una delle regioni che può produrre maggiore energia da eolico e solare, ma non è pensabile ospitare l’ennesima servitù”. È impensabile secondo la parlamentare, che i sardi “non possano intervenire anche per avere dei benefici rispetto alla produzione energetica. Credo che questo sia uno dei temi che deve essere valutato all’interno della revisione dello Statuto”.

Dal Consiglio regionale, sempre sponda Movimento, Alessandro Solinas: “È un atto di forza che mette a rischio il nostro ambiente e prende in giro nostra autonomia. Il governo, in barba al nostro statuto, assume una posizione assurdamente autoritaria- attacca il consigliere regionale- che allarga nuovamente le maglie di una rete di tutela del territorio e dell’ambiente che la Sardegna aveva concepito con la legge ‘aree idonee'”.

I meloniani difendono il provvedimento

Opposta la visione di Salvatore Deidda, deputato di Fdi: “Il decreto sulle aree idonee del governo va nella direzione di evitare speculazioni e consumo del suolo, vietando interventi nei terreni agricoli, nelle zone Unesco e nei territori di pregio paesaggistico. L’esecutivo ha messo dei paletti molto stringenti indicando precisamente le aree dove poter autorizzare i progetti, mettendo al riparo dai ricorsi, a differenza dei provvedimenti ipocriti e inefficaci della stessa giunta Todde”. Per i meloniani all’attacco anche l’altro deputato sardo, Francesco Mura: “La presidente Todde non perde occasione per acuire il conflitto con il governo, nei modi, nella forma e nella sostanza”.