Rinnovo contratto statali 2022: quando ci sarà l’aumento in busta paga e come funziona per gli arretrati

Rinnovo contratto statali 2022: quando ci sarà l'aumento in busta paga e quando i lavoratori riceveranno gli arretrati previsti?

Rinnovo contratto statali 2022: quando ci sarà l’aumento in busta paga e come funziona per gli arretrati

Rinnovo contratto statali 2022: quando ci sarà l’aumento in busta paga? E quando i lavoratori riceveranno gli arretrati previsti?

Rinnovo contratto statali 2022: come funziona per gli arretrati

Nella giornata di martedì 10 maggio, è stato firmato il rinnovo del contratto per il triennio 2019-2021 per i dipendenti pubblici che operano presso Ministeri, enti non economici come INPS e INAIL e agenzie fiscali. Con il rinnovo del contratto, sono stati previsti aumenti mensili e il recupero degli arretrati maturati da distribuire tra circa 225 mila statali.

In seguito al via libera ottenuto dalla Corte dei conti, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni (Aran) e i sindacati hanno siglato l’accordo per il comparto Funzioni centrali la cui pre-intesa era già stata concordata il 21 dicembre 2021.

Gli aumenti previsti sono pari in media a circa 105 euro per 13 mesi. A questi deve essere aggiunto un ulteriore bonus di 20 auro medi mensili stabiliti dalle risorse aggiuntive previste dalla legge di Bilancio 2022 volto a finanziare il nuovo ordinamento professionale e il superamento dei limiti all’incremento dei Fonti risorse decentrate.

L’aumento contrattuale sarà pari a 117 euro lordi per gli assistenti amministrativi e riconosce arretrati medi di circa 1.800 euro, secondo quanto calcolato dall’Aran.

Quando ci sarà l’aumento in busta paga? E per gli arretrati?

Secondo l’ipotesi attualmente formulata, gli aumenti e gli arretrati dovrebbero essere inseriti in busta paga a giugno ma si sta valutando di procedere a un’anticipazione straordinaria già a maggio. Sulla questione, però, esistono ancora numerose incertezze.

L’erogazione di aumenti e arretrati è stata commentata dal ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che ha affermato: “Rappresentano una boccata d’ossigeno per i lavoratori, in un momento caratterizzato da un generalizzato aumento dei prezzi. E le novità normative sono puntelli cruciali alla riforma del pubblico impiego prevista dal Pnrr: il nuovo ordinamento professionale con la quarta area per le elevate professionalità, la valorizzazione della formazione e del merito, la regolazione dello smart working. La rivoluzione del lavoro pubblico è in corso. Adesso avanti, con la stessa determinazione, per chiudere i contratti della sanità e degli enti locali”.

Rispetto alla firma del contratto, poi, il ministro ha sottolineato: “Un traguardo importante che mi rende orgoglioso, innanzitutto per il suo alto valore simbolico: riconosce al capitale umano pubblico la centralità che gli spetta e che ha largamente dimostrato durante i mesi più drammatici della pandemia, garantendo la tenuta dei servizi e della comunità”

Rinnovo contratto statali 2022: il caso dello smart working

Il contratto, inoltre, disciplina per la prima volta anche lo smart working per il settore pubblico. I lavoratori svolgeranno la propria attività in parte all’interno dei locali dell’amministrazione e in parte all’esterno senza una postazione fissa e predefinita entro i limiti di durata massima dell’orario di lavoro previsto da un punto di vista giornaliero e settimanale.

Durante la fascia della contattabilità, lo statale in smart working dovrà essere costantemente reperibile mentre durante la fascia della disconnessione potrà essere irreperibile. È previsto, inoltre, che il dipendente riceva permessi e buoni pasto.