Rischiamo il disastro, ma il Governo pensa alle Ong

Piantedosi cerca sponde politiche per bloccare i porti alle Ong. Il ministro ha riferito oggi in Parlamento.

Sono stati gli stessi capigruppo di maggioranza a chiedere al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, un confronto alla vigilia dell’informativa urgente sulla questione migranti e Ong che il numero uno del Viminale ha tenuto questa mattina in Parlamento.

Piantedosi cerca sponde politiche per bloccare i porti alle Ong. Il ministro ha riferito oggi in Parlamento

Informativa in cui il ministro ha dato conto di tutti i passaggi che riguardano quanto accaduto in questi giorni con le navi delle Ong per dimostrare il corretto comportamento del governo e annunciando la massima disponibilità a collaborare sia con la maggioranza che con l’opposizione.

Il ministro ha spiegato che in nessun caso si è voluto favorire o ricercare uno scontro con la Francia, cosa che non era né di suo interesse né di interesse del governo. Ma nello stesso tempo ha confermare il pugno duro sulle Organizzazioni non governative.

“In Italia non si entra illegalmente. Vogliamo governare le migrazioni e non subirle”

“L’azione del Governo è ispirata da umanità e fermezza – ha detto Piantedosi nel corso del suo intervento al Senato -, non vogliamo venire meno ai doveri di accoglienza, ma affermiamo il principio che in Italia non si entra illegalmente e la selezione non la fanno i trafficanti. Vogliamo governare le migrazioni e non subirle”.

La proposta – il Governo si prenderà ancora del tempo per valutare lo strumento e il testo da approvare – fa perno sull’applicazione alle Ong di una sanzione amministrativa, che consentirebbe anche la confisca delle navi, da preferirsi alle sanzioni penali che in passato non sembrano aver dato effetti.

I capigruppo hanno anche chiesto al ministro di sottolineare le prospettive sul fronte della gestione europea dei flussi migratori, nonché sulla possibilità di una sorta di piano Marshall per l’Africa. Il governo ragiona su un nuovo decreto flussi con dei meccanismi di premialità per quei Paesi che collaborano con l’Italia attraverso accordi bilaterali e, come misura deterrente, sul ripristino di alcuni strumenti del decreto Salvini nel Conte I.

L’eventualità è quella di riprendere il criterio di quel decreto prevedendo, per impedire le partenze, sanzioni e, appunto, la confisca delle navi Ong che hanno a bordo immigrati irregolari. Ma l’Italia – ha ripetuto Piantedosi – non può essere lasciata sola. Oggi il ministro ripercorrerà le tappe della vicenda dell’Ocean viking, ribadirà che il governo ha fornito assistenza ai migranti arrivati sulle coste italiane, sciorinerà i dati sugli sbarchi.

Al di là del tema dei ricollocamenti Roma preme per l’adozione di un codice di condotta europeo per le Ong, sul modello di quello adottato nel 2017 dall’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti. Il tema migrazione sarà oggi sul tavolo della riunione dei Rappresentanti dei 27 (Coreper).

Sulla questione si esprimerà l’Italia che, come seguito all’intervento del ministro degli Esteri Antonio Tajani al Consiglio Affari Esteri, avanzerà una richiesta di un intervento a breve, medio e lungo termine sul dossier flussi, proponendo un calendario serrato per costruire un insieme di proposte a livello comunitario.

Infine Piantedosi, nel corso della riunione, è tornato a parlare del decreto anti-rave sottolineando come per lui sia fondamentale la parte relativa alla confisca (anche qui) degli strumenti utilizzati per organizzare i rave, sottolineando che ad ogni modo sarà il Parlamento a verificare la possibilità di migliorarlo e rimarcando come le misure approvate non possono valere per l’occupazione delle scuole e delle fabbriche.

 

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