Riscossione col trucco nel Lazio. Nel mirino finiscono altri contratti

Altri casi di sospetta mala gestione da parte del Consorzio enti pubblici di Zagarolo. Più si guarda alle carte e più si scopre che gli affidamenti risultano finire ciclicamente sempre alle stesse società

Riscossione col trucco nel Lazio. Nel mirino finiscono altri contratti

Sembra proprio che di ora in ora si aggiungano altri casi di sospetta mala gestione da parte del Consorzio enti pubblici di Zagarolo. Oltre a quello emblematico con cui il Cep, guidato da Gaetano Bartoli, ha affidato alcuni servizi alla società Gestione Servizi Imprese srls, in queste ore ne spuntano altri che gettano nuove ombre sulla partecipata a capitale interamente pubblico che cura la gestione di attività, funzioni e servizi relativi alle entrate dei quattordici Comuni soci: Artena, Bellegra, Casape, Cave, Colonna, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Labico, Palestrina, Percile, Poli, Rocca di Cave, Rocca Priora, Roiate, Zagarolo.

Riscossione col trucco nel Lazio. Nel mirino finiscono altri contratti

Uno di questi risale al 2 aprile 2019 quando veniva affidato alla ServicePa il “servizio di supporto organizzativo e gestionale all’Ufficio Tributi, per la gestione in proprio della riscossione ordinaria e per l’attività di recupero dell’evasione Ici/Imu/Tasi, Tares/Tari, Icp, Tosap e dei diritti sulle pubbliche affissioni (Dpa) del Comune di Artena”. Un contratto della durata di 12 mesi, per 220 mila euro, che è inserito tra quelli sospetti segnalati nell’esposto del senatore ex 5 Stelle, ora nel Misto, Emanuele Dessì. Il contratto è avvenuto per mezzo di Mepa, ossia la piattaforma usata dalla Pubblica amministrazione per fare acquisti dalle aziende, con la modalità della richiesta di offerta. Si tratta di una procedura che, per semplificare, può essere assimilata ad una sorta di gara che si svolge in via telematica e alla quale i vari iscritti alla piattaforma possono essere invitati a partecipare da una pubblica amministrazione, o attraverso invito diretto o attraverso invito aperto a tutti i fornitori del Mepa.

Un modo tutt’altro che inusuale ma che, come si legge nell’atto, può nascondere qualche sorpresa per la quale il senatore chiede verifiche in quanto occorre capire se si sia trattato di un invito diretto alla singola azienda o di un invito aperto a tutti. Ma c’è di più. L’affidamento stesso alla ServicePa nasconderebbe una presunta anomalia. Analizzando il carteggio, infatti, emerge che la società è stata costituita il 13 dicembre 2018, iscritta alla Cciaa di Roma il 21 dicembre dello stesso anno, tra l’altro con capitale sociale di appena 100 euro, ma solo il 22 maggio 2019 ha iniziato la propria attività ossia oltre un mese dopo l’affidamento del servizio da parte di Cep.

Gli affidamenti alle stesse società

Quel che appare chiaro è che più si guarda alle carte e più si scopre che gli affidamenti risultano finire ciclicamente sempre alle stesse società. Eppure la cosa più curiosa, secondo quanto si legge nell’esposto, è che tre di queste hanno sede legale in via Anagnina 527. La prima di queste tre imprese è la Gestione Servizi Imprese srls di cui La Notizia si è occupata già giovedì, mentre i due casi inediti di aziende aventi la stessa struttura riguardano la Service plus srls e la Evora Service srls.

Per quanto riguarda la Service plus srls bisogna riavvolgere il nastro del tempo al 10 giugno 2019 quando viene affidato alla società il “Servizio di supporto specialistico amministrativo-contabile” per un importo di 139 mila euro con cui coprire sette mesi di durata del contratto. Come già accaduto in altri casi anche qui l’affidamento è avvenuto attraverso Mepa e sempre con la modalità della richiesta di offerta. Il 12 febbraio 2020 e con la determinazione numero 6 del Direttore Generale, la stessa azienda viene incaricata del “servizi di supporto organizzativo e gestionale all’Ufficio Tributi, per la gestione dell’attività di recupero dell’evasione/elusione di Icp, Tosap e dei diritti sulle pubbliche affissioni (Dpa)” per un importo contrattuale stimato in 40 mila euro.

Un rapporto che evidentemente è stato ritenuto fruttuoso dal Cep che il 18 settembre dello stesso anno e con un’altra determinazione del Direttore Generale, per la precisione la numero 19, avvalendosi di quanto disposto dall’art. 1, comma 2, lettera a) del D. L. 16.07.2020 n. 76, venivano affidati alla stessa società pure “i servizi di organizzazione degli archivi” per altri 150 mila euro. La terza società, sempre con sede in via Anagnina 527, è la Evora Service srls.

La vicenda, ben più recente, risale al 25 maggio 2020 quando, con la determinazione numero 12 del Direttore Generale di Cep, a mezzo del procedimento di affidamento diretto ex art. 36 del d. lgs. 50/2016, vengono affidati alla società “i servizi di bonifica ed aggiornamento delle anagrafiche dei contribuenti” per 39 mila euro. Quattro mesi dopo, ossia il 10 settembre, con un’altra determinazione del Direttore Generale, per la precisione la numero 17, questa volta “avvalendosi di quanto disposto dall’art. 1, lett. a) del D. L. 16.07.2020 n. 76”, vengono affidati alla stessa società “i servizi di bonifica e aggiornamento delle anagrafiche di tutti i contribuenti dei comuni gestiti dal Cep” per altri 150 mila euro.