Rissa in Parlamento sul Cda Rai. Oggi si vota, ma è tutto in alto mare. I 5S divisi dopo lo stop imposto da Crimi a Palma. Forza Italia reclama un consigliere, Centrodestra in tilt

I 5S divisi sulle nomine del Cda Rai dopo lo stop imposto da Crimi a Palma. Forza Italia reclama un consigliere, Centrodestra in tilt.

Rissa in Parlamento sul Cda Rai. Oggi si vota, ma è tutto in alto mare. I 5S divisi dopo lo stop imposto da Crimi a Palma. Forza Italia reclama un consigliere, Centrodestra in tilt

Nonostante il rinvio chiesto e ottenuto una settimana fa dai pentastellati, all’appuntamento di oggi per l’elezione da parte del Parlamento dei quattro nuovi membri del CdA della Rai i partiti arrivano divisi. E l’esito del voto, se entro questa sera non verrà trovata un’intesa, è particolarmente incerto. Deputati e senatori del Movimento 5 Stelle non hanno infatti ancora trovato un accordo sul loro candidato e le destre sono in guerra tra loro, mentre i dem continuano ad essere confusi.

IL PUNTO. I 5S hanno affidato la valutazione dei diversi profili dei candidati ai loro commissari in Vigilanza Rai, per scegliere il più meritevole. La scelta è così caduta su Antonio Palma, che con tale selezione ha preso sei voti, mentre Alessandro Di Majo, il candidato su cui punta l’ex premier e nuovo leader Giuseppe Conte, ha ottenuto un solo voto. La settimana scorsa il capo reggente Vito Crimi ha però bloccato tutto e chiesto un rinvio del voto a Montecitorio e a Palazzo Madama, per rivalutare la situazione.

Tra le critiche a Palma quella che ha già l’incarico di presidente dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato, che a quando pare, come appurato dagli stessi commissari della Vigilanza Rai, non è però incompatibile, impegnandolo per circa due sole ore al mese. Sul fronte dei doppi incarichi inoltre problemi li avrebbe lo stesso Di Majo, essendo consigliere delle Assicurazioni di Roma. Una matassa che il comitato dei saggi incaricato da Crimi non è riuscito a sbrogliare e alla fine la scelta, che ancora non sarebbe stata fatta, spetterà allo stesso capo reggente e ai capigruppo M5S di Camera e Senato, Davide Crippa ed Ettore Licheri.

Ma a destra non va meglio. L’accordo di inizio legislatura era quello che Forza Italia non avrebbe avuto diritto a un consigliere nel CdA della Rai, avendo il presidente della Commissione Vigilanza, Alberto Barachini. FdI ha così deciso di riproporre Giampaolo Rossi e la Lega di puntare al bis per Igor De Biasio. Ma ecco che agli azzurri non basterebbe più la Vigilanza e vorrebbero anche loro un rappresentante nel Consiglio di amministrazione di viale Mazzini, spingendo per Simona Agnes. Per completare il quadro infine il Partito democratico, che sembrava aver trovato l’intesa su Francesca Bria ma a quanto pare ora non tutti i dem sono d’accordo.

LO SCENARIO. Nulla sembra scontato e c’è chi giura che i giochi resteranno aperti fino all’ultimo minuto. A complicare le cose ci sono poi le scelte fatte dal premier Mario Draghi, che vuole Marinella Soldi come presidente della Rai e Carlo Fuortes come amministratore delegato (leggi l’articolo). Scelte non concordate con i partiti e a destra subito si sono levate voci critiche. Con il rischio che la Soldi potrebbe non ottenere il necessario via libera dalla Vigilanza. Gli stessi 5 Stelle, inoltre, come presidente puntano su Beatrice Coletti.

Sulla presidente Rai scelta da Draghi, del resto, pesa anche il disappunto trasversale per la sua quota azionaria, seppure solo dello 0,51%, in Mysecretcase, portale web che vende sex toys. Un problema notevole tanto per Draghi quando per il ministro dell’economia Daniele Franco. Senza contare poi che Fuortes è sgradito alle destre in quanto considerato uomo del Pd, essendo stato tra l’altro scelto come sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma dal ministro della cultura Dario Franceschini.

In mattinata, secondo quanto ha riferito l’Agi, l’ex maggioranza rosso-gialla avrebbe raggiunto un accordo sui nomi da votare. Pd, Leu e M5s, sempre secondo quanto ha anticipato l’agenzia, punteranno tutti su Bria alla Camera e su Di Majo al Senato.