Dalla Luna a Marte. Il grande ritorno dell’esplorazione spaziale. Dopo la gara di Usa e Urss tutto taceva. Perché ora la svolta? E che fa l’Italia?

È un momento straordinariamente eccitante per l'esplorazione spaziale. I lanci nello spazio stanno diventando una routine.

Dalla Luna a Marte. Il grande ritorno dell’esplorazione spaziale. Dopo la gara di Usa e Urss tutto taceva. Perché ora la svolta? E che fa l’Italia?

È un momento straordinariamente eccitante per l’esplorazione spaziale. I lanci nello spazio stanno diventando una routine. Nel giro di una settimana la Soyuz russa ha riportato sulla terra tre astronauti dalla Stazione Spaziale Internazionale e il Crew Dragon di SpaceX ne ha portato altri quattro a bordo. I satelliti intorno alla terra sono ormai innumerevoli.

Il solo Elon Musk ha una costellazione di più di 1.300 satelliti per il progetto StarLink e a regime saranno 12.000. Jeff Bezos, l’altro multimiliardario americano con la passione dello spazio, si prepara a dare avvio alla missione Kuiper e mandare in orbita 3.500 satelliti. La nuova frontiera è Marte. Mentre SpaceX studia la possibile colonizzazione, da qualche settimana la Nasa ha mandato sul pianeta rosso il rover Perseverance e l’elicotterino Ingenuity. Ingenuity ha effettuato il primo volo di sempre su un pianeta alieno.

Perseverance ha iniziato a produrre ossigeno dall’anidride carbonica marziana, grazie a uno strumento chiamato Moxie (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment). Questa tecnologia un giorno ci permetterà di respirare su un altro pianeta. È straordinario!

L’altra frontiera è più classica, la Luna. L’obiettivo a lungo termine del programma Artemis della Nasa (con l’Italia tra i partner principali) è di stabilire una presenza autosufficiente sul nostro satellite e gettare le basi per un’economia lunare. Lo stesso obiettivo verrà perseguito parallelamente da una missione di Russia e Cina, che hanno in programma anche la messa in orbita di una stazione spaziale attorno alla Luna. Non è il prologo di un romanzo di fantascienza, succederà entro 10 anni.

Altri progetti di esplorazione riguardano la fascia degli asteroidi e le lune di Giove. Il sistema solare sembra essere quasi alla nostra portata. Oltre i suoi confini, gli scienziati scandagliano l’universo alla ricerca di esopianeti simili alla Terra. Ne sono stati catalogati alcune migliaia, ma si stima che siano centinaia di milioni. O più probabilmente se l’universo è infinito, e ospita infinite stelle, lì fuori ci sono infiniti mondi.

L’AVVENTURA INFINITA. Infiniti mondi sono il nostro orizzonte: infinite possibilità di sviluppo, di creazione di valore, di posti di lavoro. La new space economy è un’industria che secondo le stime, nel 2040 a avrà un valore globale di mille miliardi di dollari. L’Italia può essere protagonista. Abbiamo scienziati e tecnici di prim’ordine, centri di ricerca unici al mondo, aziende tra le top d’Europa, un know how pluridecennale e una storia importante: siamo stati il terzo Paese al mondo dopo USA e URSS a lanciare in orbita un satellite nel 1964.

Infine, abbiamo la tradizione dei grandi esploratori. Marco Polo nel 1300 raccontò l’esplorazione della Cina. Cristoforo Colombo alla fine del secolo successivo scoprì il nuovo mondo. Giordano Bruno circa 100 anni dopo nel suo De l’infinito, universo e mondi teorizzava l’esistenza di infiniti mondi.

La rubrica Infiniti Mondi, che inizia oggi, ha un intento divulgativo. Approfondiremo i temi qui elencati sommariamente con le loro implicazioni geopolitiche e molti altri per far appassionare sempre più persone al tema dell’esplorazione spaziale. Perché, oggi più che mai, è tempo di volgere lo sguardo al cielo e pensare al nostro futuro.