Riunito il vertice di Forza Italia. Il partito ormai è allo sbando

Via libera del comitato di presidenza alla riorganizzazione voluta dalla Fascina. Ma sul futuro di Forza Italia pesano i conti in rosso.

Riunito il vertice di Forza Italia. Il partito ormai è allo sbando

Occhi lucidi e il ricordo commosso per la scomparsa del leader Silvio Berlusconi, poi la riunione del Comitato di presidenza di Forza Italia che segna l’inizio di una nuova era. Questo almeno è quanto si cerca di far filtrare dal vertice, tenuto in videoconferenza su Zoom, a cui ha preso parte lo stato maggiore azzurro. Compattezza del gruppo che è soltanto apparente perché il progetto politico da tempo scricchiola e se non si è ancora del tutto sfaldato è soltanto per rispetto dell’ex leader. E non deve ingannare il fatto che la riunione di ieri è filata via liscia, con il voto all’unanimità sia sul bilancio traballante che sulle nomine disposte dall’ex Cavaliere su input di Marta Fascina (nella foto) perché è chiaro a tutti che la resa dei conti è solo posticipata a tempi migliori.

Via libera del comitato di presidenza alla riorganizzazione voluta dalla Fascina. Ma sul futuro di Forza Italia pesano i conti in rosso

Se per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio 2022 non si poteva più rimandare, in quanto la legge impone il deposito entro e non oltre il 15 giugno, tutt’altra storia è la seconda parte della riunione in cui è stata definitivamente approvata la riorganizzazione del partito tra la conferma delle nomine con cui sono stati depotenziati alcuni volti storici del partito, tra cui Licia Ronzulli e soprattutto Alessandro Cattaneo che da capogruppo alla Camera è stato ‘retrocesso’ a vicecoordinatore del partito, e sono stati disposti anche diversi commissariamenti nei territori che hanno premiato l’ala ‘governista’ della Fascina. Disposti, inoltre, anche gli incarichi al settore elettorale e al tesseramento per Tullio Ferrante e Alessandro Battilocchio.

Insomma un valzer di nomi e poltrone per il quale la minoranza azzurra, vista la scomparsa del leader Berlusconi, sperava in un rinvio a data da destinarsi così da non esacerbare ulteriormente gli animi. E invece niente. Così l’ala insofferente del partito non ha potuto far altro che adeguarsi, contestando silenziosamente la linea azzurra ma adeguandosi al momento del voto. Una tregua che appare fragile tanto che difficilmente si potrà evitare una resa dei conti interna al partito, con possibile scissione, che sembra sempre più dietro l’angolo. Del resto Forza Italia stesso non sembra essere granché in salute. Con i conti traballanti, salvati per l’ultima volta dall’iniezione di denaro decisa nei giorni scorsi dall’ex Cavaliere, appare chiaro che ora bisognerà trovare un altro modo per sostenere economicamente il progetto politico e garantirne la sopravvivenza.

Difficilmente la soluzione arriverà dagli eredi di Berlusconi che sembrano intenzionati a disimpegnarsi dal partito, sempre più spesso ritenuto un peso più che un vantaggio. Tensioni su tensioni che rischiano di esplodere in una resa dei conti a cui guarda con interesse soprattutto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha tutto da guadagnare da questa situazione. Se il partito dovesse ricompattarsi sotto la guida di Antonio Tajani, al quale è affidata la reggenza per via del suo ruolo di coordinatore, allora la stabilità dell’esecutivo verrebbe ancora garantita.

Ma la premier non se la prenderebbe più di tanto neanche nel caso in gli azzurri dovessero dare vita a una faida interna con tanto di scissione tra l’ala governista, capeggiata dal ministro degli Esteri che si avvicinerebbe ancor di più a Fratelli d’Italia, e quella dei cosiddetti ronzulliani – da sempre poco dialoganti con la Meloni – che dovrebbero trovare una nuova casa finendo per non causare frizioni nella maggioranza di Centrodestra.

 

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