Rocca commissaria l’Ater. Nominato un trombato della Lega

All'Ater di Roma arriva come commissario Tony Bruognolo, consulente assicurativo e primo dei non eletti della Lega alla Pisana.

Rocca commissaria l’Ater. Nominato un trombato della Lega

Come anticipato ieri da La Notizia, dopo aver tenuto per sé la delega alla Sanità e sistemato i suoi fedelissimi della Croce Rossa, il governatore del Lazio Francesco Rocca si è visto costretto a cedere anche alle richieste della Lega. Nominando il consulente assicurativo di Velletri, Tony Bruognolo, commissario Ater – l’Azienda dell’ediliza pubblica residenziale – per la provincia di Roma.

All’Ater di Roma arriva come commissario Tony Bruognolo, consulente assicurativo e primo dei non eletti della Lega alla Pisana

Una nomina dal sapore politico per calmare gli appetiti del partito di Matteo Salvini con una poltrona al primo dei non eletti alla Pisana nonostante gli oltre 11mila voti incassati. Poltrona, peraltro che potrebbe essere solo provvisoria, se il Tar dovesse accogliere, il prossimo 13 giugno, il ricorso sulla ripartizione dei seggi della Regione Lazio. “Mi è stato appena conferito l’incarico di commissario dal presidente Rocca, non so cosa farei se il Tar del Lazio decidesse di accettare il mio ricorso per entrare in Consiglio regionale – ha spiegato Bruognolo alla Notizia -. La mia è una nomina politica? Non lo so, dovrebbe chiederlo a Rocca, forse hanno scelto me per il mio impegno sugli alloggi popolari, ma devo ancora insediarmi, quindi non ho molto da dire a riguardo. Oggi (ieri, ndr)ho incontrato i primi dipendenti Ater”.

Bruognolo, uomo di fiducia di Claudio Durigon, nel 2014 era coordinatore di Forza Italia nominato dal ras pontino Claudio Fazzone e oggi, grazie al Governatore laziale, è stato nominato commissario a seguito di una comunicazione arrivata al direttore generale dell’Ater della Provincia di Roma Luigi Bussi. L’incarico, come si legge nell’atto decorrerà dalla data di nomina fino alla costituzione del nuovo Cda. Al nuovo commissario spetta quindi “un compenso pari all’indennità annua lorda del presidente della medesima azienda, da intendersi omnicomprensiva ed inclusiva di eventuali rimborsi spese di qualsiasi genere e/o gettoni di presenza, nel rispetto dei vigenti limiti normativi. Il compenso graverà sul bilancio dell’azienda stessa e pertanto senza che dal presente atto sorga alcun onere a carico del bilancio regionale”. In soldoni, uno stipendio di 3.800 euro al mese.

Così il leghista, in attesa di un possibile ripescaggio in Consiglio regionale, si occuperà della gestione dei circa 12mila Ater, molti dei quali distribuiti nei principali comuni della provincia: Ciampino, Fiumicino, Guidonia Montecelio, Pomezia e Anzio, il comune leghista guidato dall’ex sindaco Candido De Angelis, commissariato per mafia dopo l’inchiesta Tritone, che ha travolto anche il comune di Nettuno portando il ministro Matteo Piantedosi a decidere per lo scioglimento dei Consigli comunali del litorale dove Bruognolo ricopre il ruolo di segretario politico della Lega di Roma Sud.

Il nuovo commissario Ater inoltre aveva lanciato la sua candidatura alle Regionali, attaccando duramente la sanità laziale e firmando anche un manifesto dell’associazione Pro Vita contro i gender e l’aborto per incentivare la natalità. Bruognolo dopo il suo insediamento dovrà anche fare i conti con alcuni sindacati che lamenterebbero delle presunte irregolarità in un concorso Ater dello scorso luglio. Ma non finisce qui. Anche l’Ater di Roma – con i 48mila alloggi che ha in carico – va verso il commissariamento.

In pole, per l’incarico, ci sono Ulderico Granata, ex consigliere dello stesso ente capitolino e commercialista di Claudio Lotito, e Gianfranco Bafundi ex consigliere provinciale comunale e regionale di vari partiti, oggi in quota Fratelli d’Italia con Massimiliano Maselli. Sullo sfondo delle nomine, ci sono alloggi che cadono a pezzi e sui quali il nuovo governo regionale dovrà intervenire con azioni mirate che, a quanto sembra ricalcano il vecchio copione già messo in scena ai tempi di Zingaretti. Interpretato da nomine secondo logiche politiche che poco hanno a che fare con l’esperienza nel settore.