Le contestazioni alla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, agli Stati Generali della Natalità, da parte di un gruppo di studenti hanno finito per monopolizzare l’attenzione sull’opportunità o meno delle stesse contestazioni, facendo passare in secondo piano la stessa convention. E dunque, indipendentemente dall’opportunità delle proteste (vietare a qualcuno di parlare non è mai una buona cosa), le contestazioni hanno finito per oscurare il focus dell’evento e hanno contribuito, paradossalmente, a salvare la faccia a un governo che non sta facendo nulla per fronteggiare l’inverno demografico in cui è sprofondato il nostro Paese. Ed è di questo che a noi preme parlare.
Crolla la natalità in Italia nel 2023
Nel 2023 – primo anno intero del governo Meloni – si è accentuato il calo delle nascite. Secondo i dati provvisori comunicati dall’Istat a fine marzo, i nati residenti in Italia sono 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022). La diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%).
Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). La riduzione della natalità riguarda indistintamente nati di cittadinanza italiana e straniera. Questi ultimi, pari al 13,3% del totale dei neonati, sono 50mila, 3mila in meno rispetto al 2022.
Se in Italia si fanno meno figli è anche colpa della mancanza di politiche a favore delle famiglie e soprattutto a favore delle donne, con l’assenza di servizi quali gli asili nido, e di politiche di formazione rivolte alla popolazione femminile per rendere più agevole l’ingresso nel mondo del lavoro.
Altro che boom sull’occupazione
L’Italia resta fanalino di coda in Europa per tasso di occupazione. Nonostante i lavoratori abbiano raggiunto livelli record nel 2023, il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni si è attestato al 66,3%, lontano quasi 10 punti dalla media Ue (75,4%).
E per quanto riguarda l’occupazione femminile l’Italia rimane maglia nera. Nel nostro Paese tra i 20 e i 64 anni lavora solo il 56,5% delle donne a fronte del 70,2% della media Ue. Il tasso di occupazione maschile è al 76% (80,5% in Ue). E il divario con le donne è di 19,5 punti, quasi il doppio della media Ue (10,3%).
Il nostro Paese con il 56,5% di occupate donne tra i 20 e i 64 anni resta lontano soprattutto dalla Germania (77,4%) e dalla Francia (71,7%) ma è lontana quasi dieci punti anche dalla Spagna (65,7%). E contro questi numeri a nulla valgono i bonus del governo e misure quali la decontribuzione per le madri che lavorano a fronte di salari da fame e mutui alle stelle.
Inutili bonus e vuoti slogan
“Ci opponiamo con forza all’idea fallace e vetusta secondo la quale se le donne non lavorano fanno più figli”, “non possiamo più permettercelo” ed è “inaccettabile” che “le coppie più giovani siano messe davanti a ostacoli insormontabili”, ha detto il leader M5S Giuseppe Conte. “Buttiamo i vecchi spartiti e superiamo gli steccati ideologici rifiutando la logica del singolo bonus e degli slogan vuoti”, rilancia Conte. “La Natalità non può essere aumentata per decreto, bisogna varare misure concrete” e “investire in Natalità perché stiamo investendo nel nostro avvenire”, ha concluso.
“È prioritario adottare misure economiche, fiscali e lavorative mirate, oltre a potenziare i servizi locali per la prima infanzia ed il caregiving e sostenere le politiche abitative per le giovani coppie. È altresì essenziale promuovere un cambiamento culturale, dove le politiche familiari diventino parte integrante della strategia di sviluppo nazionale, anziché essere considerate solo un complemento delle politiche sociali. Gli Stati Generali della natalità offrono un’importante opportunità per affrontare questa sfida, vitale per il presente e il futuro del Paese”, ha detto Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, intervenendo agli Stati Generali della Natalità.
Una sfida che al momento il governo ci pare proprio non aver colto e gli studenti hanno sbagliato in questo senso a non far parlare Roccella. Sarebbe stato interessante sentire come avrebbe replicato alle richieste arrivate dalle coppie che hanno rinunciato a fare figli.