Rocco Morabito: chi è il boss della ‘ndrangheta arrestato in Brasile. Era detto ‘u tamunga e ha trafficato droga per 30 anni

Detto 'u tamunga, Rocco Morabito ha trafficato droga per trent'anni. Si celava dietro la falsa identità di un imprenditore brasiliano. Era affiliato alla locale di Volpiano

Rocco Morabito: chi è il boss della ‘ndrangheta arrestato in Brasile. Era detto ‘u tamunga e ha trafficato droga per 30 anni

Rocco Morabito, originario di Africo (Reggio Calabria) è stato arrestato ieri in Brasile. Morabito era evaso dal carcere di Montevideo nel 2019 nel quale era stato ristretto dal 2017 quando fu arrestato dai carabinieri e dalla polizia uruguaiana. Il boss era nella lista dei dieci criminali più ricercati al mondo, al secondo posto dopo Matteo Messina Denaro.

Rocco Morabito: chi è il boss della ‘ndrangheta arrestato in Brasile

I carabinieri del Ros erano sulle tracce del superboss della ‘ndrangheta Rocco Morabito dal 2019, quando era riuscito a evadere insieme ad altri tre detenuti dalla terrazza del carcere “Central” di Montevideo, in Uruguay, forse grazie all’aiuto di membri dei Bellocco residenti tra Buenos Aires e Montevideo. Gli investigatori hanno seguito le sue tracce lungo tutto il Sudamerica, fino a riuscire a catturarlo a San Paolo, dove lo hanno arrestato insieme a Vincenzo Pasquino. Fino a ieri si trovava nella città di Joao Pessoa, capitale dello Stato di Paraiba. Lo ha riferito l’emittente uruguaiana “Telenoche” in un messaggio su Twitter.

Il boss è evaso il 23 giugno del 2019 dal carcere Centrale di Montevideo insieme ad altri tre detenuti. Lo hanno arrestato in un’operazione congiunta Interpol, polizia, carabinieri e polizia federale brasiliana, così come riferito dal portale “Wikilao”. I tre fuggitivi che accompagnavano Morabito nell’evasione a Montevideo sono stati catturati nei giorni successivi. Dell’italiano si erano perse le tracce fino ad ieri. Nell’inchiesta sulla fuga i carabinieri hanno arrestato successivamente anche dei presunti fiancheggiatori di nazionalità russa, che avrebbero favorito l’uscita di Morabito dall’Uruguay.

La caccia a Morabito alias ‘u tamunga’

Il boss, condannato in contumacia dalla magistratura italiana a 30 anni di carcere per traffico di droga, era in attesa di essere trasferito dopo che la giustizia locale aveva concesso l’estradizione nel mese di marzo del 2019. Il boss si celava dietro la falsa identità di un imprenditore brasiliano di 49 anni, di nome Francisco Cappelletto. La giustizia uruguaiana tuttora indaga sulle eventuali complicità interne che hanno favorito la rocambolesca fuga attraverso la terrazza del carcere e da lì ad un appartamento al quinto piano di un edificio adiacente.

Il boss, esponente di spicco della cosca Morabito – Bruzzaniti – Palamara di Africo Nuovo (RC), è affiliato alla locale di Volpiano (To). Dall’anno della sua evasione da un carcere dell’Uruguay, nel 2019, il Ros è stato sulle sue tracce senza mollare mai fino a oggi. La squadra di circa 20 uomini arrivata in Brasile è riuscita a far scattare la trappola e a catturare Morabito a San Paolo. Con lui c’era un altro narcotrafficante latitante, Vincenzo Pasquino.

Morabito, cugino del boss Giuseppe Morabito, detto “‘u tiradrittu’, ha gestito, secondo gli inquirenti, un gigantesco traffico di droga che dal Sudamerica si diramava verso la Sicilia, quindi la Lombardia e la Calabria, inondando l’Italia di cocaina. In Uruguay, dove da carcerato (dopo 23 anni di latitanza) riuscì a fuggire, lo conoscevano col nome di “Souza”. Il boss, infatti, come accertò la polizia, era riuscito a procurarsi documenti brasiliani su cui compariva il nome di Francisco Antonio Capeletto Souza di Rio de Janeiro. Nell’ottobre del 1994 era riuscito a sfuggire alla cattura, per poi trasferirsi in Sudamerica.

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