Roma Nord a rischio alluvione. Ma l’Agenzia Regionale dorme dal 2008

di Carmine Gazzanni

Ritardi, ritardi e ancora ritardi. E, intanto, il rischio idrogeologico resta. Nonostante i soldi ci siano e la convenzione per il piano d’intervento sia del 2008. Questo in sintesi il quadro – surreale – di quanto sta accadendo, o meglio non accadendo, al comune di Roma. Più precisamente nell’area di Prima Porta, area che sorge a ridosso del Tevere, nella zona di Roma Nord. Ma Prima Porta è nota soprattutto per la serie impressionanti di alluvioni ed esondazioni a cui è stata soggetta. Fino all’ultima a fine gennaio di quest’anno. La necessità di un intervento per la riduzione del rischio idrogeologico, dunque, era più che necessario.

L’INTERVENTO MILIONARIO
Ecco allora che il comune di Roma interviene. Siamo nel 2008. Precisamente al 21 marzo 2008. Sono gli sgoccioli dell’amministrazione guidata da Walter Veltroni e il comune di Roma stipula una convenzione con l’ARDIS (Agenzia Regionale Difesa del Suolo) per adeguare e potenziare “l’impianto idrovoro” di Prima Porta al costo di 1,5 milioni di euro. Insomma, un’operazione certamente non di poco conto, pagata – questo il punto – interamente con i fondi del bilancio di Roma Capitale. In altre parole, l’ARDIS dovrà provvedere soltanto ai lavori.

IL NULLA
Cosa sarà successo da allora? Niente. Nel giro di oltre quattro anni, nessuno interviene. Come si legge infatti nella lettera del 15 settembre inviata dal dottor Botta, dirigente comunale del dipartimento Sviluppo Infrastrutture e di cui LaNotizia è entrata in possesso, “nonostante il lungo lasso di tempo trascorso e le numerose riunioni di aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori, la conclusione dell’opera è stata più volte procrastinata”. Leggere per credere: il 24 giugno era stato annunciato che i lavori sarebbero stati conclusi entro il mese di agosto; nella riunione del 30 luglio tutto rimandato al 15 settembre; nell’incontro del 9 settembre ulteriore rinvio al 30 settembre. Ovvero ieri. Bene. Saranno finiti i lavori? Da quanto il nostro giornale è riuscito ad apprendere, i lavori ancora non sarebbero stati ultimati.

C’ È QUALCUNO?
Ovviamente LaNotizia ha tentato di parlare con tutte le istituzioni interessate. Ma nessuno ci ha risposto. Se il dottor Botta “non può rilasciare dichiarazioni in merito”, anche dall’assessorato tutto tace. Clamoroso, poi, l’ente responsabile dei ritardi, l’ARDIS. Contattato per tutto un pomeriggio, il telefono continuava a squillare. Inutilmente.

STIPENDI DA SOGNO
Eppure sono ben 71 i dipendenti dell’Agenzia Regionale. E a quanto pare pagati pure profumatamente. Prendiamo il direttore, dottor Mauro Lasagna: 108mila euro più, ovviamente, reiribuzione di risultato. E i dirigenti delle cinque aree di azione dell’Ardis? 88 mila euro cadauno. Più, ci mancherebbe, retribuzione di risulato anche per loro.