La legge di stabilità, oltre a quanti martedì sono scesi in piazza, spaventa i carabinieri. La possibilità che tutte le spese passino sotto il controllo del Mef non fa dormire sonni tranquilli ai militari, che hanno lanciato l’allarme tramite le loro rappresentanze. A provvedere alle diverse incombenze c’è ora il Centro nazionale e, se passerà la linea del passaggio di competenze al Ministero, gli uomini della Benemerita temono ritardi negli stipendi e nelle comunicazioni. Le rappresentanze di base dell’Arma si interrogano poi sul futuro impiego dei militari appartenenti allo stesso Centro Amministrativo e sono in corso vari incontri, al fine di tutelare il personale dell’Arma e fornire interventi urgenti in manovra di stabilità. Senza contare poi il solito blocco salariale, con appuntati che si vedono mancare duecento euro sullo stipendio. Le speranze su tale fronte sono però appuntate sulla Corte Costituzionale. La Consulta dovrà infatti pronunciarsi su un ricorso in cui viene paventata l’incostituzionalità del blocco che affama i militari.
Due sconfitte su armi e petrolio
Per quanto avanzi lentamente, e anzi da qualche parte si ritiri pure, l’esercito russo sta infliggendo colpi durissimi a due soggetti mai visti al fronte, ma che la guerra ha fatto scoprire più deboli di quanto già non si sapesse. Il primo è l’Unione europea,