Salario minimo, il governo chiude la partita: entro maggio i 9 euro l’ora saranno definitivamente affossati

La ministra Calderone annuncia che la delega sull'equa retribuzione, che chiude la partita del salario minimo, arriverà in Aula entro maggio.

Salario minimo, il governo chiude la partita: entro maggio i 9 euro l’ora saranno definitivamente affossati

La fine del salario minimo si avvicina. “Entro maggio” la proposta delle opposizioni di introdurre una paga minima oraria di 9 euro verrà definitivamente accantonata con l’approvazione della delega sull’equa retribuzione, ovvero il testo della maggioranza che ha soppresso quello sul salario minimo.

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, fissa i tempi per arrivare all’approdo in Aula al Senato della delega che cancellerà di fatto il salario minimo, svuotando completamente di significato quella proposta e sostituendola con un testo che sembra avere solo un carattere simbolico. In Aula la proposta dovrebbe arrivare “entro maggio”, secondo Calderone. Con un’accelerazione che dipende anche dagli ultimi dati sui salari italiani, sempre più catastrofici.

Le destre pronte a chiudere definitivamente la partita del salario minimo

La previsione della ministra del Lavoro segue la nuova proposta delle opposizioni di calendarizzare la proposta di legge di iniziativa popolare proprio sul salario minimo. Di fatto, la risposta a una proposta di Pd, M5s e Avs è quella di ignorare quanto chiesto e concentrarsi su altro. Ovvero una norma che di fatto rappresenta la fine del salario minimo.

A Radio24 la ministra ha spiegato che “c’è la piena convinzione di governo e maggioranza di andare avanti spediti” sulla delega riguardante l’equa retribuzione. Ovvero il testo che ha cancellato la proposta dei 9 euro l’ora di pagamento minimo per i lavoratori. 

Calderone ha parlato anche del disegno di legge della Lega che prevede l’adeguamento automatico dei salari all’inflazione. Anche quello un testo di cui si è iniziato a discutere dopo i dati shock sulle retribuzioni italiane delle ultime settimane, aprendo così nuovamente un argomento finora completamente ignorato dalla maggioranza. Come dimostra anche il fatto che la stessa delega sull’equa retribuzione è ferma nei cassetti parlamentari da ben più di un anno. 

Sulla proposta leghista, Calderone ha ricordato l’importanza di fare “anche delle valutazioni di impatto”, ma non ha poi dato una vera risposta, limitandosi a dire che “la Lega è parte della maggioranza di governo, quindi credo che ci sarà l’attesa di poter coordinare queste proposte con la delega che stiamo portando a un compimento”. Insomma, probabilmente non se ne farà nulla, se non dal punto di vista simbolico. O meglio dire elettorale, per poter giusto piantare una bandierina.