Chiudere, una volta per tutte, il capitolo del salario minimo. La maggioranza è pronta ad accelerare sulla delega sull’equa retribuzione, ovvero il testo che è stato approvato alla Camera più di un anno fa e che ha interamente rimpiazzato la proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo.
L’obiettivo è riprende l’iter del testo la prossima settimana, forse già da martedì. Dopo che la delega è rimasta in un cassetto dal dicembre 2023. Finora fretta non c’è stata, ma ora, evidentemente, la maggioranza vuole agire dopo gli ultimi dati sui salari che mostrano l’urgenza di un intervento sul tema degli stipendi. E con la Lega che negli ultimi giorni ha provato a portare avanti delle proprie proposte, forse anche solo per piantare una bandierina.
La maggioranza pronta a cancellare definitivamente il salario minimo: accelera sull’equa retribuzione
Le destre ora puntano quindi a portare rapidamente in Aula la legge delega, arrivando all’esame di Palazzo Madama nel giro di qualche settimana. Nella maggioranza non sembrano esserci dubbi sul testo, tanto che alcune fonti ritengono che si tratti di un “punto di caduta ottimale”.
Per Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, la volontà è solo quella di cancellare il salario minimo: “Apprendiamo da fonti della maggioranza che al Senato vorrebbero finalmente votare la delega al governo sulle retribuzioni”. Scotto parla di una “delega vuota che serviva per sabotare l’iniziativa dell’opposizione. Ci arrivano dopo 15 mesi da quando l’approvarono alla Camera con un colpo di mano. È del tutto evidente che per la destra i salari bassi non sono una priorità”.
Secondo il deputato del Pd, “sono guidati soltanto dalla paura davanti ai dati drammatici dell’Istat. Noi continuiamo a chiedere la calendarizzazione della nostra legge di iniziativa popolare sul salario minimo. Non possono sbattere la porta in faccia a oltre centomila persone che hanno firmato”.