Pietro Salini, amministratore delegato di Salini-Impregilo, è indagato dalla procura di Genova per turbativa d’asta. La vicenda riguarda l’assegnazione degli appalti per quattro lotti del Terzo valico ferroviario Genova-Milano, di cui è general contractor per conto di Rete ferroviaria italiana il consorzio Cociv, raggruppamento di imprese guidato proprio da Salini-Impregilo. Nell’ordinanza del gup Cinzia Perroni, di cui dà conto Repubblica, spuntano inoltre anche i litigi familiari, sfociati in manovre per non far vincere le gare alla società del cugino Claudio Salini, morto in un incidente sulla Cristoforo Colombo a Roma nell’autunno del 2015. Cosa su cui avrebbe avuto “assicurazioni da Longo”, cioè Michele Longo, ex presidente Cociv.

I lotti su cui indagano i pm di Genova sono quelli di Cravasco (versante ligure), Vallemme (confine ligure-piemontese), Libarna e Pozzolo Formigaro (in provincia di Alessandria). Con la stessa ipotesi di reato, risultano indagati anche l’imprenditore savonese Marcello Lombardini e gli ex vertici di Cociv. L’inchiesta nell’ottobre scorso ha portato agli arresti domiciliari 14 persone tra imprenditori e manager Cociv tra cui l’ex direttore generale Ettore Pagani. Colui che, intercettato dalla Finanza, liquidava i dubbi sull’uso dell’amianto del cantiere dicendo: “Tanto la malattia (i tumori causari dall’esposizione, ndr) arriva fra trent’anni”.

I legali di Pietro Salini, Grazia Volo e Francesco Mucciarelli, dicono che l’iscrizione del loro assistito nel registro degli indagati “coincide sostanzialmente con la chiusura delle indagini, nel corso delle quali è stato verificato dallo stesso consulente del pm che le opere realizzate dal Cociv sono ben eseguite”.