Salis in tribunale senza catene, ma il giudice svela il suo domicilio segreto. Le proteste del padre

Il primo testimone ascoltato non la riconosce. Il padre di Ilaria protesta per la divulgazione del domicilio

Salis in tribunale senza catene, ma il giudice svela il suo domicilio segreto. Le proteste del padre

Ilaria Salis per la prima volta si presenta in tribunale a Budapest con i suoi genitori in taxi, senza catene alle caviglie e senza manette ai polsi. È entrata in tribunale salutando velocemente i giornalisti e gli amici (era presente anche il fumettista Zerocalcare) per la terza udienza del processo che la vede imputata con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno supportato”, ha detto la candidata Ue per Avs prima di entrare nella sala riunioni del tribunale, spiegando di non poter aggiungere altro per il processo in corso. 

Ma nel corso  dell’udienza il giudice Josef Szos ha rivelato l’indirizzo dove Ilaria Salis sta scontando i domiciliari, scatenando le protesta del padre di Ilaria, Roberto Salis. Che durante il processo si è girato verso l’ambasciatore italiano Manuel Jacoangeli dicendogli: “Bisogna fare qualcosa”. L’indirizzo “non dovrebbe essere rivelato, anzi protetto e non va inserito nel verbale”, ha poi sottolineato l’avvocato della difesa Gyorgy Magyar.

Il primo testimone ascoltato dai giudici non riconosce l’italiana durante l’aggressione

All’udienza ha parlato anche il primo testimone sentito come parte lesa nel processo. In un’altra aula collegata con voce camuffata, ha spiegato che il 10 febbraio del 2023 all’uscita di un ufficio postale è “stato aggredito da dietro da persone che avevano il volto coperto e quindi non sono in grado di riconoscerne nessuna. Non hanno detto niente – ha raccontato il testimone e non so se fossero uomini o donne”.

“Prima di entrare nell’ufficio postale – ha aggiunto – mi ha chiamato una donna con i capelli biondi che mi ha chiesto se partecipavo al giorno dell’Onore e ho detto di no. Sono entrato nell’ufficio postale e uscendo sono stato aggredito. Mi hanno colpito alla testa e sono caduto per terra cercando di proteggere la faccia. Non ho capito nulla, stavo male, ho cercato di sedermi e mi hanno spruzzato spray in faccia”.

Il testimone ha spiegato di far parte di un’associazione ‘che protegge i valori ungheresi’ e che “probabilmente sono stato aggredito per il mio abbigliamento”. “Soffro ancora per l’aggressione, ancora adesso sono psicologicamente provato per quanto successo”, ha concluso chiedendo un risarcimento di 10 milioni di fiorini ungheresi.

Il giudice ha rivelato l’indirizzo segreto dove Ilaria Salis sta scontando i domiciliari. Le proteste del padre

Intanto la segretaria del Partito democratico Elly Schlein chiede che Giorgia Meloni si adoperi per il rientro di Salis come per Chico Forti. “Non possiamo accettare di vedere nessun cittadino e nessuna cittadina italiana portati al processo al guinzaglio. – detto Schelin – Per questo abbiamo detto da subito che Ilaria Salis deve tornare in Italia. Lo direi per ogni persona, invece abbiamo visto che per il governo di destra non è così. Abbiamo visto che si sono adoperati per fare rientrare Chico Forti, già condannato, e vorremmo che il governo si impegnasse con l’alleato di Meloni, Viktor Orban, perché Ilaria Salis, che è ancora sotto processo e non ha una condanna, possa stare ai domiciliari in Italia”. 

A Schlein ha risposto il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiegando che “il governo italiano segue tutti i detenuti italiani all’estero”. “Siamo intervenuti sulle condizioni di detenzione di Ilaria Salis così come abbiamo riportato a casa Chico Forti – ha detto Tajani ospite di Diritto e rovescio su Rete 4 – . Noi abbiamo seguito tanti italiani senza guardare al colore politico – ha aggiunto Tajani – vedi Patrick Zaki che se non fosse stato per il governo sarebbe ancora in Egitto”.