Salta la prima rata del debito. Ma Atene può ancora sperare. Il Fondo monetario accorpa più scadenze. Così c’è tempo fino al 16 giugno per non fallire

Alla fine la Grecia non ce l’ha fatta a pagare la rata da 310 milioni con il Fondo monetario internazionale che scade oggi. Le riunioni di Merkel e Hollande, Juncker e Draghi non sono servite a sbloccare in tempo gli aiuti che servivano ad Atene per evitare il default. Il Paese resta però ancora appeso a un filo. Ieri, decisamente in zona cesarini, il governo di Alexis Tsipras ha presentato una richiesta al Fondo monetario internazionale – che fa parte dei creditori – per raggruppare al 30 giugno tutte e quattro le rate di rimborso in scadenza in giugno (per un totale di 1,6 miliardi circa), compresa anche quella che scade proprio oggi. E il Fondo guidato da Christine Lagarde sembra che approverà la richiesta, concedendo così ancora qualche giorno ad Atene. La procedura di impacchettamento di diverse rate di prestiti in scadenza nello stesso mese è d’altronde prevista dai regolamenti del Fondo anche se c’è un solo precedente in passato.

L’UE TERGIVERSA ANCORA
Oltre la rata in scadenza oggi – che Atene non ha potuto rimborsare per dirottare i soldi al pagamento di stipendi pubblici e pensioni – le altre scadenze sono il 12 giugno (338 milioni), il 16 giugno (564 milioni) e il 19 giugno (338 milioni), per un totale di 1,55 miliardi. A fine giugno scade anche la proroga di quattro mesi del programma di salvataggio concessa al Governo greco per dare tempo alle parti di concludere un accordo sulla nuova lista di riforme. Dunque oltre questo mese non si potrà andare e Atene, l’Europa e i creditori dello Stato ellenico dovranno decidere una volta per tutte cosa fare. Se è chiaro che lo stock del debito è troppo alto per essere mai rimborsato, anche a costo di sacrifici che i greci non possono più sostenere, la comunità dovrà stabilire se continuare con la finzione che un giorno tutto si aggiusterà per miracolo oppure affrontare di petto la questione e scegliere una soluzione strutturale. Una strategia che servirebbe a molti dei Paesi, a partire dall’Italia.

IPOCRISIA
La Grecia “può tirarsi fuori da una situazione che è durata troppo a lungo” ma per farlo serve realizzare riforme strutturali e “abbracciare tutti gli obiettivi del programma” di aiuti, ha detto la Lagarde, confermando la disponibilità ad aiutare un tale processo di riforme utilizzando tutta la flessibilità possibile. Flessibilità che però evidentemente non basta, anche se con la deroga concessa ieri Atene ha ancora una settimana per sperare.