Salva-casa, la Sardegna dice no ai micro-monolocali di Salvini

Scontro Salvini-Todde sui monolocali da 20 mq. la Regione Sardegna non recepisce la norma sulle nuove misure minime previste dal decreto.

Salva-casa, la Sardegna dice no ai micro-monolocali di Salvini

“Stanze di 20 mq, alte 2,40 m. non sono case, sono loculi”. È la risposta impacchetta e spedita due giorni fa dalla presidente sarda Alessandra Todde al ministro Matteo Salvini a proposito del decreto Salva-casa.

Scontro sui monolocali

Regione Sardegna, infatti, recependo la legge, non ha accettato di applicare nell’Isola le norme nazionali che riducono da 28 a 20 mq la soglia minima per l’abitabilità dei monolocali. E questo nonostante una poco amichevole missiva indirizzata dal ministro delle infrastrutture ai vertici regionali martedì, nella quale si leggeva che “la Sardegna deve recepire integralmente il Salva casa approvato dal Parlamento un anno fa”.

L’intervento di Salvini “senza precedenti” e “molto grave”

Niente da fare: il provvedimento è passato in IV Commissione, con i voti del campo largo e l’astensione del centrodestra. Senza tenere conto delle richieste di Salvini. E la musica non cambierà in aula dove il provvedimento arriverà tra due settimane. Inoltre Todde e il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini hanno risposto per le rime al vice premier, definendo il suo intervento “senza precedenti” e “molto grave”, vista l’autonomia di cui gode l’isola.

“È inaccettabile”, ha detto la presidente, “che un ministro della Repubblica intervenga su una materia come l’edilizia, dove la Sardegna ha competenza primaria, cercando di influenzare un iter legislativo ancora in corso. Mai prima d’ora il Governo ha cercato di interferire nella nostra storia autonomistica”.

Todde: “Follia permettere locali di 20 mq, alti 2,40 m”

“Anziché studiare provvedimenti per cercare di arginare il caro-affitti, il rimedio che il Governo propone”, ha aggiunto Todde, “è quello di consentire l’abitabilità a dei veri e propri loculi in cui dovranno andare ad abitare le persone che non si possono permettere di pagare una casa degna di questo nome. Pensare che un locale di 20 mq, alto 2,40 m, possa essere equiparato a una dimora, è semplicemente una follia. Per questo la Regione e il Consiglio regionale sono intervenuti sulle norme del Salva casa, per restituire dignità alle persone”.

Come un posto auto

“Le norme, specie quelle urbanistiche”, spiega ancora la governatrice, “devono essere calate nei territori. E i territori italiani sono molto diversi tra loro. Le nostre città, i nostri paesi, sono pieni di case inutilizzate, anche nuove, il problema del consumo di suolo con ulteriori costruzioni non si pone. Così come non è una questione di nuove tecniche costruttive per la realizzazione dei micro-appartamenti: semplicemente 20 mq non possono essere definiti ‘casa’, ma una stanza dove far stare letto, cucina e servizi igienici. Per intenderci, 20 mq sono equiparabili a un posto-auto”.

I due presidenti chiudono con fermezza il confronto istituzionale: “Ringraziamo il ministro per la lettera – dichiarano – ma ricordiamo che è solo l’Assemblea sarda, nella pienezza delle sue prerogative, ad avere il potere di modificare un provvedimento regionale. Le scelte sull’abitare in Sardegna spettano ai sardi”.