Salva-Milano, cade la prima testa: dimissionato l’assessore alla Casa Bardelli

Cade la prima testa: è quella dell'assessore alla Casa, Bardelli. Diverse le ipotesi per la sua sostituzione, sia tecnici che politici (Pd).

Salva-Milano, cade la prima testa: dimissionato l’assessore alla Casa Bardelli

Dopo gli arresti che hanno portato alla rinuncia da parte di Palazzo Marino al Salva-Milano, cade la prima testa. È quella dell’assessore alla Casa, l’avvocato ciellino Guido Bardelli. Impossibile per lui rimanere in giunta, dopo le intercettazioni nelle quali, parlando con l’arrestato Giovanni Oggioni, lo si sentiva dire (sei mesi prima della nomina ad assessore) “Bisogna far cadere questa giunta”.

Bardelli voluto personalmente da Sala

Pezzo grosso della Cdo, ex socio di studio dell’avvocata ed ex vice-sindaca con delega all’Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris (anch’essa citata nell’indagine, ma non indagata), Bardelli (non indagato) era stato fortemente voluto a Palazzo Marino proprio da Sala, perché da tecnico “avrebbe risolto il problema della casa”. Una nomina che aveva fatto risentire il Pd, il quale però si era turato il naso. Ora, a scandalo deflagrato, proprio Bardelli è stato il primo a pagare. Lunedì da dimissionario parlerà al Consiglio Comunale.

I possibili sostituti di Bardelli

Ancora ignoto il nome di chi lo sostituirà: il Pd preme per una figura politica, a partire dalla capogruppo in Consiglio Comunale Beatrice Uguccioni, che però fu la prima a sostenere il Consiglio la necessità imprescindibile del Salva-Milano. Altra possibilità sarebbe un tecnico, come il docente del Politecnico, Matteo Bolocan.

Pedullà: “Ma le responsabilità politiche di Sala rimangono”

Intanto la sostituzione fa discutere: “Le dimissioni dell’assessore Bardelli non spazzano il campo dalle responsabilità politiche del sindaco Sala, di gran parte del Pd e di tutti i partiti di destra che hanno avallato il sistema costruito da un gruppo di palazzinari a danno dei cittadini milanesi. Troppo facile scaricare ogni colpa sul funzionario quando si è mossa l’amministrazione di Palazzo Marino al completo, deputati e senatori di ogni colore, che senza la trincea del M5s avrebbero realizzato già da un pezzo l’ennesimo sacco urbanistico di Milano”, attacca l’M5s Gaetano Pedullà.

Salvini: “Troppo comodo scaricare le responsabilità su altri”

Per il ministro Salvini “se qualcosa non funziona a Milano, è comodo dire che è colpa del direttore, del funzionario, dell’architetto o dell’assessore. Evidentemente – ha aggiunto – c’è qualcosa che non funziona in Comune a Milano. Aspettiamo, come governo, le risposte e le soluzioni del sindaco”. A chi chiedeva se ci sono responsabilità del sindaco Sala, Salvini ha aggiunto: “Se oggi c’è un treno che rallenta in Lombardia il Pd chiede le mie dimissioni, se c’è qualcosa che non funziona in Comune non dipende dall’usciere”.