Salvini assolto a Torino. Disse che la magistratura è una schifezza e un cancro da estirpare. Per il giudice si tratta di un fatto tenue

Il giudice ha assolto il leader della Lega Matteo Salvini "per la particolare tenuità del fatto". I fatti risalivano al 14 febbraio 2016.

Salvini assolto a Torino. Disse che la magistratura è una schifezza e un cancro da estirpare. Per il giudice si tratta di un fatto tenue

Il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato assolto dal Tribunale di Torino nell’ambito del processo che lo vedeva imputato per vilipendio all’ordine giudiziario (leggi l’articolo). Il giudice Roberto Ruscello ha assolto il Capitano “per la particolare tenuità del fatto”. I fatti per i quali Salvini era finito a giudizio risalgono al 14 febbraio 2016, quando durante un congresso regionale della Lega a Collegno, nel Torinese, il segretario federale della Lega disse: “Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare”.

“La Giustizia italiana va profondamente riformata – ha commentato il leader del Carroccio -, il ‘sistema Palamara’ va smontato per il bene dei cittadini e dei tanti magistrati davvero liberi e indipendenti. Sono contento, ringrazio giudice e avvocato”.

“Sono molto soddisfatta – ha commentato l’avvocato del leader del Carroccio, Claudia Eccher -, questa sentenza ripristina lo stato di diritto. Il giudice ha contestualizzato correttamente le frasi pronunciate da Matteo Salvini in un consesso assolutamente privato all’interno di una riunione di un partito dove alla stampa era inibito l’accesso. Il giudice ha evidentemente anche verificato che queste parole, decontestualizzate, comunque hanno perso la loro carica offensiva”.

A gennaio il giudice di Torino aveva respinto la richiesta di legittimo impedimento avanzata dalla difesa di Salvini nell’ambito dello stesso processo. La richiesta era motivata dal fatto che l’attuale situazione politica (era in corso la crisi di governo) non avrebbe permesso al leader della Lega di prendere parte al processo, ma il giudice ha deciso diversamente e il processo è andato avanti fino alla sentenza di oggi.