Salvini pronto al pre-incarico, Ravetto (Forza Italia): “Cinquanta voti alla Camera sono possibili, nessuna pregiudiziale su dem e M5S”

La deputata azzurra: "Reddito di dignità e taglio delle tasse i primi punti che proporremo. Cercheremo in Parlamento i voti per attuare il nostro programma"

“Si può fare”. Nonostante molti sondaggi indichino il Centrodestra a un passo dalla soglia fisiologica del 40% se si tornasse al voto già nei prossimi mesi, i partiti che formano la coalizione sono intenzionati a tirare dritto, a cercare di formare un Governo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, lo ha fatto trapelare ieri, dicendosi pronto a prendere un pre-incarico e andare in Parlamento chiedendo il sostegno delle altre forze politiche. Uno scenario che piace a Laura Ravetto. “Da un punto di vista elettorale, anche alla luce delle Regionali in Molise e Friuli che hanno testimoniato lo stato di buona salute in cui versa Forza Italia, al Centrodestra converrebbe sicuramente andare alle urne, è uno scenario che non ci preoccupa – dice a La Notizia la deputata di FI –. Ma abbiamo senso del Paese e il Paese ha già votato solo due mesi fa. Di tutto questo dibattito mi disturba una cosa…”.

Ovverosia?
“C’è chi sta trattando le ultime elezioni come mere consultazioni. Non è così perché gli elettori si sono espressi in modo chiaro. Tutti sanno che in un sistema proporzionale non c’è chi vince o chi perde o chi si mette per partito preso all’opposizione. Ma chi arriva primo, chi arriva secondo e chi arriva terzo. Chi arriva primo ha il dovere e l’onore di provare a formare un Governo intorno al suo programma. E primi siamo arrivati noi”.

Ma come? I numeri non sono dalla vostra.
“Cercheremo in Parlamento i voti per attuare il nostro programma”.

Non sarà facile trovarli: di “responsabili”, in giro, non se ne vedono molti. O sbaglio?
“Personalmente, non sono una che ama i trasformismi. Ma se ci fossero dei parlamentari che nelle Aule decidessero di convergere su alcuni punti qualificati del nostro programma noi ne saremmo felicissimi”.

Quali sono questi “punti qualificati”?
“Gliene dico due”.

Il primo.
“Il reddito di dignità. Una proposta che credo i parlamentari del M5s avrebbero difficoltà a non sostenere vista la loro proposta di reddito di cittadinanza”.

Il secondo.
“L’abbassamento delle tasse. Il Pd, a cominciare da Renzi, che ha sempre detto di essere favorevole ad una diminuzione del carico fiscale, non lo appoggerebbe? Non credo”.

Una logica da convergenza parallele…
“Cinquanta voti alla Camera sono possibili. Ci sono tante forme: l’appoggio esterno, l’astensione… Nella logica proporzionale, si può fare”.

Ma per un Governo duraturo o a tempo?
“No, Esecutivi a tempo non servono a niente”.

Così non rischiate di fare un favore al M5s?
“Se dovessimo ragionare così, sarebbe stato preferibile un Governo 5S: coi disastri che stanno facendo nelle loro città, saremmo passati dal 39 al 55%. Ma visto che siamo responsabili non consegnamo il Paese alla loro mala gestio”.

Salvini continua a strizzare l’occhio ai 5S. Da parte di FI non ci sono pregiudiziali nei loro confronti?
“Da dopo il voto Salvini si è comportato benissimo e noi non mettiamo pregiudiziali né su un partito né sulle persone, come hanno fatto i Cinque Stelle. Se vogliono darci un appoggio esterno, ben venga”.

Stesso discorso per il Pd? Non è che c’è in caldo un nuovo Nazareno?
“Fa sorridere il fatto che quando si parla del Centrodestra si usino ‘inciucio’ o ‘Nazareno’ e invece per Di Maio ‘convergenze’ o ‘responsabilità’. Ripeto: se c’è chi vuole appoggiare il nostro Governo, compresi i parlamentari del Pd, perché no”.