Sanità da codice rosso e Rocca chiede altri posti letto ai privati. Scatta l’emergenza per il rogo di Tivoli, un affare per i signori delle cliniche

Sanità da codice rosso e Rocca chiede altri posti letto ai privati. Scatta l’emergenza per il rogo di Tivoli, un affare per i le cliniche

Sanità da codice rosso e Rocca chiede altri posti letto ai privati. Scatta l’emergenza per il rogo di Tivoli, un affare per i signori delle cliniche

Gli ospedali romani sono nel caos e il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ancora una volta, per tentare di risolvere la situazione si rivolge ai privati. La ricetta del governatore del Lazio non prevede infatti, di nuovo, alcun coinvolgimento della sanità pubblica. Sì, perché 10 milioni di euro saranno investiti per acquistare, da qui a sei mesi, 178 nuovi posti letto in strutture private “per consentire”, come è scritto nella delibera di giunta regionale, “l’efficiente e il tempestivo trasferimento dei pazienti dai pronto soccorso degli ospedali dell’azienda ospedaliera-universitaria Sant’Andrea, del policlinico universitario Umberto I, Sandro Pertini, del policlinico Tor Vergata, Casilino, Madre Giuseppina Vannini”.

Ai ripari

Una decisione presa in seguito all’incendio divampato all’interno del San Giovanni Evangelista di Tivoli, ora sotto sequestro, e che sembra potrà riaprire tra circa 4 o 6 mesi. Una tragedia in cui hanno perso la vita tre persone e che ha spinto l’Asl Roma 6 – che comprende i distretti di Frascati, Albano Laziale, Ciampino, Pomezia, Velletri e Anzio – a porre maggiore attenzione a tutto ciò che può interferire con la sicurezza delle strutture. È stata infatti diramata una circolare in cui si sottolinea che, “al fine di ridurre al minimo il rischio elettrico e le conseguenze correlate”, è vietata l’installazione di alberi di Natale e presepi all’interno di tutte le strutture aziendali.

I numeri

Nel dettaglio, ecco dove Rocca andrà a pescare i 179 nuovi posti letto: 25 saranno assorbiti dal polo sanitario San Feliciano; 23 posti letto dalla casa di cura Villa Tiberia; 12 posti letto dalla casa di cura Villa Betania; 14 posti letto dall’Istituto dermopatico dell’Immacolata; 28 posti letto dalla Nuova clinica Latina – Istituto di Neuroscienze; 8 posti letto dalla clinica Guarnieri; 8 posti letto dalla clinica Fabia Mater; 23 posti letto dalla casa di cura Nuova Itor; 3 posti letto dalla casa di cura Villa Fulvia; 6 posti letto dalla clinica Madonna delle Grazie di Velletri; 15 posti letto dalla casa di cura San Raffaele Montecompatri; 13 posti letto dall’ospedale Regina Apostolorum di Albano. Se la situazione di ospedali e pronto soccorso laziali era drammatica prima, lo è diventata ancora di più adesso.

In tilt

Inoltre, l’alto numero di pazienti Covid o affetti da influenza ha peggiorato ulteriormente lo stato della sanità laziale. Non contando il fatto che nelle ultime settimane, molto spesso le ambulanze, a causa dei pronto soccorso in tilt e dell’indisponibilità di posti letto, sono state usate come punti di assistenza con i pazienti soccorsi al loro interno, e non come mezzi di trasporto, bloccandole. Come è successo qualche giorno fa a Roma, quando nella stazione Termini un signore di 78 anni si è rotto una gamba cadendo da una scala mobile e ha dovuto attendere tre ore per l’arrivo di un’ambulanza.

Negazione

Nonostante le notizie di cronaca riportino dunque una fotografia disastrosa della sanità laziale, dalla Regione viene comunicata una diminuzione dell’83% delle ambulanze e delle barelle bloccate presso i pronto soccorso a settembre rispetto al mese di gennaio di quest’anno, il calo del 29% delle attese dei pazienti in pronto soccorso prima di trovare un posto letto per il ricovero e la riduzione del 28% dei tempi d’attesta dei pazienti nei pronto soccorso tra la visita medica e la successiva dimissione.

La sanità laziale, però, non sembra godere affatto di ottima salute. “Il quadro”, come ha detto anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lazio, Adriano Zuccalà, intervistato nei giorni scorsi da La Notizia, “è compromesso dalla strutturale carenza di medici che non scelgono più di lavorare negli ospedali, visto l’enorme carico di lavoro e responsabilità a fronte di stipendi poco competitivi”.

E a poco servirà, sempre secondo lo stesso Zuccalà, l’assunzione di 1200 tra medici, infermieri, operatori sanitari e autisti per le ambulanze, annunciata dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il quale ha comunicato anche lo sblocco di 376 milioni di euro per il sistema antincendio degli ospedali.