Sanità, i conti di Meloni non tornano

Dei 3 miliardi destinati alla Sanità dal Governo per il 2024 ben 2,4 andranno al rinnovo dei contratti e briciole al resto.

Sanità, i conti di Meloni non tornano

Il governo, attraverso la sua premier Giorgia Meloni, si è vantato di aver stanziato per la Sanità una cifra record. In Manovra 3 miliardi di euro nel 2024, 4 miliardi nel 2025 e 4,2 miliardi dal 2026 in poi. Ma dei tre miliardi per il prossimo anno ben 2,4 andranno al rinnovo dei contratti e briciole al resto. Ad ogni modo il prossimo anno la spesa sanitaria, ha detto Meloni, si aggirerà così intorno alla cifra record di 136 miliardi di euro.

Dei 3 miliardi destinati alla Sanità dal Governo per il 2024 ben 2,4 andranno al rinnovo dei contratti e briciole al resto

Peccato che, come ha fatto notare Pagella Politica, la presidente del Consiglio abbia omesso di dire una cosa importante: tra il 2020 e oggi c’è stato un forte aumento dell’inflazione e dunque gli aumenti serviranno, nella migliore delle ipotesi, proprio a cercare di compensare l’aumento dei prezzi. E peraltro non ci riusciranno. Che le risorse per la Sanità non sono sufficienti l’ha certificato, poi, la Corte dei Conti nel corso della sua audizione alle Camere. Il suo presidente Guido Carlino ritiene le risorse insufficienti col rischio di dover rinviare le necessarie soluzioni strutturali ai problemi del sistema sanitario.

Tutto questo in un quadro già di per sé desolante considerando che, secondo l’ultimo rapporto Ocse Health at a Glance 2023, smentendo stime precedenti più favorevoli, risulta che da noi la spesa sanitaria in percentuale sul Pil nel 2022 è stata inferiore a quella della media dei paesi Ocse. La spesa media pro capite per la salute nei Paesi Ocse ha raggiunto 4.986 dollari, mentre il dato italiano si è fermato a 4.291 dollari, continuando dunque a restare sensibilmente al di sotto del dato medio e lontano anni luce da Paesi come gli Stati Uniti (nettamente in testa con 12.555 dollari di spesa pro capite), la Svizzera (8.049 dollari), la Germania con 8.011 e i 6.630 della Francia.

Il dato non migliora in rapporto al Pil. L’Italia stanzia il 9% del Pil alla sanità al di sotto della media Ocse del 9,2% e molto meno di Germania (12,7%) e Francia (12,1%). E questo riguarda la spesa sanitaria complessiva. Considerando solo quella pubblica, con il 6,8% del Pil nel 2022 il nostro Paese è al sedicesimo posto della classifica dei paesi occidentali. Nei Paesi Ocse l’aspettativa di vita è diminuita in media di 0,7 anni tra il 2019 e il 2021 e i dati provvisori per il 2022, pur indicando una ripresa in alcuni Paesi, registrano un’aspettativa di vita al di sotto dei livelli pre-pandemia in 28 Paesi.

Per spesa media pro-capite l’Italia investe la metà di Berlino e un terzo rispetto a Parigi

Il nostro Paese registra un arretramento anche in quest’ambito, dove da molti anni occupava posizioni di vertice assoluto: l’Italia scivola infatti al nono posto della classifica della speranza di vita, con una media di 82,7 anni, insieme al Lussemburgo. Sopra l’Italia troviamo: Giappone (84,5), Svizzera (83,9), Corea (83,6), Australia (83,3), Spagna (83,3), Norvegia (83,2), Islanda (83,2) e Svezia (83,1). Per quanto riguarda la spesa farmaceutica, la media pro capite nei Paesi Ocse è stata pari a 614 dollari e – in questo caso – il nostro Paese registra un dato superiore, arrivando a 692 dollari. Al riguardo, però, il rapporto riporta la cattiva performance del nostro Paese in materia di consumo di farmaci equivalenti, dove l’Italia occupa il terzultimo posto tra i Paesi Ocse.