Sanità lombarda in codice rosso: i tempi d’attesa in regione sono biblici

Le liste d'attesa sono sempre più lunghe, la sanità lombarda è in codice rosso: così curarsi è diventato impossibile.

Sanità lombarda in codice rosso: i tempi d’attesa in regione sono biblici

C’è una procedura che permette ai lombardi di poter ovviare alle lunghe liste d’attesa in sanità senza dover ricorrere alle prestazioni a pagamento dei privati. Una possibilità che Regione Lombardia non pubblicizza, prevista da una delibera regionale, la n. 1865 del 2019, che contiene il Piano regionale di governo delle liste di attesa. Il piano prevede che “nel caso in cui nella struttura che rappresenta la prima scelta del cittadino non ci fossero disponibilità entro i termini stabiliti, il Responsabile Unico Aziendale per i tempi di attesa si attiverà per individuare altre strutture in grado di offrire la prestazione entro i tempi indicati; qualora sul territorio dell’ATS di riferimento non fossero presenti le disponibilità richieste, la struttura scelta dovrà impegnarsi a fornire comunque la prestazione al solo costo del ticket, se dovuto”.

Sanità lombarda, passo in avanti?

Dalla settimana prossima sarà possibile seguire questa strada, facendo valere un proprio diritto, compilando sul sito conlasalutenonsischerza.it il facsimile della lettera da inoltrare all’ufficio preposto di ogni ASST di riferimento per ottenere la visita o l’esame diagnostico al solo costo del ticket. L’iniziativa è il secondo step della campagna lanciata dal Pd a metà giugno per invitare i cittadini lombardi a segnalare i disservizi nella sanità. Quello che ne emerge, dice Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione Lombardia, è un quadro “allarmante”. L’esponente dem spiega: “Abbiamo raccolto migliaia di segnalazioni di cittadini attraverso il nostro sito “conlasalutenonsischerza.it” che ci dicono di quanto i tempi di attesa siano inaccettabili. Fontana e Bertolaso hanno dichiarato che c’è un miglioramento ma non ci pare proprio, ci segnalano appuntamenti dati nel 2027. La giunta Fontana deve affrontare seriamente il rapporto tra pubblico e privato”.

Da quando la campagna è stata lanciata sono arrivate, tra sito, e-mail, pagine social e contatti diretti con i consiglieri, migliaia di segnalazioni. Mille sono quelle raccolte direttamente sul sito, quindi quelle complete di tutti i dati. Sulle base di queste, sono state stilate alcune statistiche. La stragrande maggioranza delle persone che hanno compilato il form online, il 72%, lo ha fatto per lamentare la lunghezza dei tempi di attesa, di queste il 3% si riferisce ad operazioni chirurgiche, mentre il 69% a visite ed esami. Quasi uno su quattro riferisce di tempi di attesa di un anno o più.

Tra le prestazioni richieste e non ottenute nei tempi previsti, spiccano le ecografie (10%), colonscopie e risonanze magnetiche. Oculistica e dermatologia sono le specialistiche più problematiche: diverse sono anche le segnalazioni di lunghe attese per l’operazione della cataratta. Una segnalazione su tre relativa ai tempi di attesa è di una persona che ha dovuto ricorrere alle prestazioni sanitarie a pagamento per non dover attendere troppo a lungo. A rispondere sono state soprattutto donne, il 58%, oltre un terzo delle segnalazioni viene da Milano (37%), poi da Brescia (22%), quindi da Bergamo (10%). Maggiormente rappresentate le classi di età dai 45 anni in su, tuttavia non mancano segnalazioni di problemi relativi a minori (4%).

L’urgenza

“Chi ha scritto la propria storia”, spiega il Pd in una nota, “ha indicato obbligatoriamente il proprio indirizzo e-mail, ma più di uno su due (54%) ha lasciato anche il contatto telefonico, molti hanno chiesto di essere contattati e tenuti aggiornati su ciò che avremmo fatto in seguito alla raccolta di segnalazioni”. Insomma, l’attendibilità delle segnalazioni è certa. E questo rende ovviamente i dati raccolti ancora più allarmanti. Ma non è tutto. Perché ovviamente quando si parla di sanità lombarda sembra non esserci mai fine al peggio.

“Il cup unico con tutte le disponibilità della sanità pubblica e privata convenzionata è uno strumento utile ai cittadini, che perderebbero meno tempo a prenotare visite ed esami, ma anche in grado di ridurre i tempi di attesa, perché darebbe un quadro completo delle reali possibilità”, dice Davide Casati, capodelegazione Pd in commissione sostenibilità sociale, “Serve subito, non nel 2027, quindi chiediamo a Bertolaso di realizzarlo non oltre i primi mesi del 2025, così come gli chiediamo di imporre ai privati di mettere a disposizione del cup unico le proprie agende, a costo di non rinnovargli il contratto con il sistema sanitario regionale”. Vedremo se almeno questa priorità per i cittadini verrà esaudita o no.