La sanità campana mai così malata di corruzione negli appalti. E così ecco che a Napoli scattano le manette. Fra gli indagati anche dirigenti della Manutencoop. Ai domiciliari l’avvocato Guglielmo Manna, il marito della giudice Anna Scognamiglio, già coinvolta nel filone sulle presunte induzioni indebite alla vigilia della decisione sul l’applicazione della legge Severino al governatore Vincenzo De Luca. I fatti al centro dell’inchiesta condotta dai pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Enrica Parascandolo riguardano presunte tangenti che sarebbero state versate per appalti dell’azienda ospedaliera Santobono-Pausillipon.

A rivelare quello che già molti hanno ribattezzato “sistema Manutencoop” è Pietro Coci, il titolare di Euroservizi Group, l’impresa che si è aggiudicata in Ati con il colosso delle cooperative l’appalto triennale di pulizia e sanificazione dell’ospedale pediatrico Santobono Pausillipon da 11 milioni e 500mila euro. Secondo i pm, grazie alla promessa di 200mila euro di tangenti (poi ne verranno elargiti “solo” 55mila). Questo è il sistema a cui accennerebbero due dirigenti di Manutencoop, Francesco Sciancalepore e Crescenzo Tirone, quando l’imprenditore li informa che per vincere l’appalto bisogna pagare. “Senza colpo ferire e senza fare una piega mi dissero – afferma Coci – che erano assolutamente d’accordo e che per loro la prassi era di pagare sistematicamente nel settore degli appalti il 2-2,5% di tangente e non il 4%. E mi diedero pacificamente il via libera”.

Coci è destinatario di un obbligo di soggiorno firmato dal Gip Mario Morra. Le sue parole su Manutencoop sono estratte da un verbale agli atti dell’inchiesta culminata stamane nell’arresto in carcere di Giorgio Poziello e in cinque arresti domiciliari, tra cui l’avvocato Guglielmo Manna, consulente legale del Santobono e marito del giudice Anna Scognamiglio, appunto. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, corruzione, turbata libertà degli incanti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso perché Poziello ad un certo punto si sarebbe rivolto ad esponenti del clan Polverino per minacciare il cognato di Coci con lo scopo di ‘accelerare’ il pagamento delle mazzette.

Al centro delle indagini gli appalti dell’azienda ospedaliera Santobono Pausilipon e all’azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario. Oggetto dell’inchiesta, neanche a dirlo, è la pratica di elargire tangenti negli appalti per la sanità pubblica. Una pratica che stavolta coinvolgerebbe un colosso delle cooperative, Manutencoop, aderente alla Legacoop. Manutencoop si è aggiudicata quattro dei 18 lotti in cui fu suddiviso l’appalto da quasi 3 miliardi di euro di Consip, la più grande gara pubblica d’Europa, sulla quale ha indagato a lungo la Procura di Napoli prima di trasmettere gli atti per competenza a Roma, che ha chiesto e ottenuto l’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo, uno dei ‘rivali’ delle coop nelle gare Consip. Su Manutencoop sta lavorando l’Anac di Raffaele Cantone, che il 6 febbraio ha aperto un’istruttoria proprio su richiesta di Consip.