“Sardi umiliati dalle destre, la Resistenza riparte da qui”: l’intervista alla candidata alla presidenza Todde

Regionali in Sardegna, parla la candidata M5s-Pd, Alessandra Todde: "L'attuale giunta la peggiore di sempre, la Resistenza riparte da qui".

“Sardi umiliati dalle destre, la Resistenza riparte da qui”: l’intervista alla candidata alla presidenza Todde

A farla da padrone, in queste elezioni regionali, sono state le alleanze e le candidature. Alessandra Todde, candidata alla presidenza in Sardegna, la partita nel centrosinistra è chiusa o c’è ancora la possibilità di una convergenza tra lei e Soru?
“Non posso decidere io per lui, ma Soru sa bene che se non aiuta a ricomporre il centrosinistra, fa un grande favore alla destra. Mentre, nella nostra coalizione, avrebbe un ruolo importante e soprattutto concorrerebbe a cambiare la Sardegna. Una cosa la voglio dire con chiarezza: non accetto i tentativi di screditare il lungo e faticoso percorso della coalizione. Continuo a guardare alle cose che ci uniscono e fino all’ultimo momento lancerò messaggi che puntano all’unità”.

La sua coalizione avrà il sostegno anche dei Progressisti. Secondo alcuni questo sostegno è arrivato in cambio di un appoggio alla candidatura di Zedda a sindaco di Cagliari: le cose sono andate davvero così?
“Ho sempre ribadito dal primo momento l’importanza di una coalizione ampia, credibile, saldamente ancorata ai valori progressisti e assolutamente alternativa a questa giunta di centrodestra, la peggiore che la Sardegna abbia mai avuto. Esprimo tutta la mia soddisfazione per la scelta coraggiosa portata avanti dai Progressisti, che ringrazio, orgogliosa dell’opposizione fatta in questi 5 anni alla destra in consiglio regionale. Non è stato fatto alcun tipo di mercanteggiamento. Zedda legittimamente aspira a fare il sindaco di Cagliari, ed è chiaro che è una condizione possibile se cambia il vento in Sardegna. Per questo siamo tutti impegnati a vincere queste elezioni”.

La sua candidatura è stata decisa senza ricorrere alle primarie: questa scelta può essere seguita anche per le altre elezioni regionali del 2024?
“Io mi occupo di Sardegna, perché sono sarda, e non mi occupo delle altre Regioni al voto. Il percorso della coalizione, che ho l’onore e l’onere di rappresentare, l’hanno deciso i partiti sardi con tutti i passaggi interni richiesti e non le segreterie dei partiti nazionali o qualche riunione romana. È stato fatto un tavolo di coalizione, sono state condivise delle regole accettate da tutti, è stato discusso a lungo se fare le primarie e sono state scartate. Chi dice altro, racconta storie prive di verità”.

Se il centrosinistra è diviso in Sardegna, ancor peggio va nel centrodestra. A cosa è dovuta, secondo lei, la scelta di non ripresentare il presidente uscente? È dettata dai sondaggi o più da ottiche di potere e ambizioni di Fdi?
“Il nostro avversario è la destra, che sia Truzzu, Solinas, o chi per loro. Non basta cambiare nome per nascondere i fallimenti evidenti di questa giunta di destra che non è stata in grado di governare la Sardegna. Noi siamo l’alternativa più coerente, credibile, seria, capace e determinata. Mi permetta però un ragionamento…”

Prego
“Come si può pensare di governare bene una Regione come la Sardegna, piena di complessità e in forte ritardo rispetto alle altre Regioni, dopo aver governato e amministrato male la città di Cagliari? Il giudizio dei cagliaritani sull’operato di Truzzu è sotto gli occhi di tutti ed è impietoso”.

A suo parere, in caso di candidatura di Truzzu, è possibile che Solinas si presenti in solitaria? Potrebbe essere una buona notizia per voi?
“Lo ripeto: anche se candidassero Biancaneve o Cenerentola, non cambierebbe nulla. La destra non è stata capace di spendere 3 miliardi rimasti come avanzo di cassa nel bilancio regionale. E anche i finanziamenti del Pnrr sono fermi perché mancano i progetti. Siamo tra le ultime Regioni per spesa dei fondi di coesione. Uno scandalo. Solinas è incommentabile. È il momento che si faccia da parte”.

La Sardegna può essere un banco di prova per la tenuta dell’alleanza Pd-M5S? Una sua sconfitta può compromettere questa alleanza o crede che la Sardegna possa rappresentare il primo colpo alle destre?
“La Sardegna deve esser la prima Regione dopo tanta oscurità che grida la sua voglia di cambiare. La Resistenza da qualche parte deve iniziare, facciamola iniziare da qui. L’alleanza che abbiamo costruito in questi mesi è forte e si incentra sui temi e sulla visione di Sardegna. La coalizione non è composta solo da M5S e Pd, ma da 14 forze politiche e civiche che credono e lavorano per il cambiamento. Per ridare speranza ai sardi”.

Al voto manca poco più di un mese e finora si è parlato quasi solo di candidature. Manca l’attenzione verso i cittadini sardi e manca una visione politica per il futuro della Sardegna?
“Non è così. Sto girando la Sardegna da Nord a Sud, incontrando migliaia di persone. Sto attraversando tutti i territori, anche i paesi più piccoli con meno abitanti, perché credo sia importante spiegare ai sardi cosa vogliamo fare e come lo vogliamo realizzare. Parlare di candidature e poltrone non mi ha mai appassionato. Non comincerò ora. Parlo di programma, temi, visione, sviluppo. Parlo di Sardegna”.

Quali sono i punti fondamentali del suo programma? Su cosa crede che sia necessario un intervento urgente?
“Abbiamo parole chiave precise: sanità, trasporti, mobilità, lavoro, cultura, sviluppo del territorio e soprattutto programmazione: perché da troppo tempo non si programma ma si lavora in maniere casuale e approssimativa. In Sardegna l’argomento più sentito e discusso è la sanità e noi abbiamo le idee molto chiare. Non faremo una nuova riforma, ma ci impegneremo sulla base delle risorse disponibili a far funzionare il sistema, riprendendo il pilastro della sanità territoriale. Modificheremo il Centro unico di prenotazione. Poi le persone devono essere prese in carico nei territori. E ci vuole più attenzione nei confronti del personale sanitario. Bisogna aumentare le retribuzioni, intervenire su formazione e progressione delle carriere, con maggiore trasparenza nei concorsi e prospettive per il personale. Non spegneremo alcuna “H” nel territorio. Bisogna riorganizzare il sistema dell’emergenza e dei pronto soccorso, gravati dalla mancanza di servizi territoriali. Ripristinare il registro dei tumori e avere un ospedale pediatrico. Diciamo anche no alla privatizzazione della sanità: il privato deve servire per accompagnare, ma non sostituire”.

Lei ha iniziato la campagna elettorale prima dei suoi avversari: quali sono le sensazioni che ha avuto in queste settimane? Riscontra entusiasmo anche per questa coalizione?
“L’entusiasmo è alle stelle. La gente partecipa, viene agli incontri, ascolta, vuole confrontarsi. Questa è la politica con la P maiuscola. Ed io sono orgogliosa di rappresentarla”.